2022
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Rinchite dell'olivo: a volte ritornano

Detto anche punteruolo, Rhodocyrtus cribripennis sta ampliando la propria presenza negli uliveti brindisini. Nessun insetticida è però autorizzato contro l'insetto: verranno chieste deroghe per usi eccezionali?

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Perforazione nelle drupe causate dal rinchite dell'olivo

Fonte immagine: Piero Sumerano

Si chiama Rhodocyrtus (Coenorrhynchus) cribripennis ed è un coleottero curculionide noto anche come rinchite o punteruolo dell'olivo. La sua distribuzione geografica è essenzialmente circummediterranea orientale, reperendosi in Grecia, Italia, Malta, penisola Balcanica e Turchia.

 

È un insetto poco noto, ma solo agli occhi di chi non l'ha mai sperimentato nei propri uliveti. Per quanto riguarda l'Italia, di fatto, solo gli olivicoltori pugliesi della generazione precedente ne portano ancora memoria, dal momento che le infestazioni significative di tale fitofago sono praticamente scomparse a partire dalla metà degli anni '60.


A testimoniare ciò è Piero Sumerano, consulente fitosanitario operante presso la sede pugliese di Arif, acronimo di Agenzia Regionale Attività Irrigue e Forestali. Una struttura nata per la gestione dei pozzi regionali a uso irriguo e per la produzione di monitoraggi meteo, come pure per la difesa dei boschi, fronteggiando anche direttamente gli incendi grazie all'intervento di personale addestrato.

 

Le attività dell'Agenzia si sono poi nel tempo ampliate nel campo fitosanitario, formulando bollettini e partecipando a importanti progetti di tutela contro gli organismi da quarantena. Non a caso Arif Puglia è coinvolta anche nel monitoraggio di Xylella fastidiosa, in accordo con le indicazioni dell'Osservatorio Fitosanitario Regionale, ma anche dell'applicazione delle misure di eradicazione e di relativo indennizzo. 

 

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Larva di Rinchite all'interno della mandorla

(Fonte: Piero Sumerano)


Grazie alle sue attività di consulente, Piero Sumerano ha raccolto numerose evidenze di una recente e rinnovata proliferazione del rinchite dell'olivo, potendo fornire in tal modo un quadro aggiornato della situazione. Da alcune segnalazioni puntiformi circa la presenza dell'insetto in provincia di Brindisi, nell'estate 2022 si è infatti passati a una diffusione molto più estesa, sebbene a macchia di leopardo, interessando soprattutto la fascia pedecollinare del brindisino.


"L'andamento climatico dell'anno in corso ha probabilmente giocato a favore del fitofago - afferma Piero Sumerano - dal momento che il punteruolo trae vantaggio da stagioni molto calde. A conferma, si ritrova essenzialmente nella parte della chioma esposta a Sud. Praticamente, in provincia di Brindisi e in Puglia in genere, il rinchite non si vedeva dal 1965, tanto che gli agricoltori più anziani quando sentono citare trattamenti contro la tignola dell'olivo, lepidottero da controllare nello stesso periodo in cui è presente il punteruolo, pensano ancora che si parli di trattamenti contro quest'ultimo. Forse i vari insetticidi utilizzati in passato, come diversi esteri fosforici, ne hanno frenato le infestazioni, oppure è stata una semplice dinamica di popolazione a farlo prima scemare e poi tornare. Non è chiaro quindi il motivo del suo calo e successivo ritorno, ma sia come sia, ora sta causando nuovi danni ai raccolti. Tali danni - prosegue Sumerano - li arreca essenzialmente a partire da fine maggio, poiché l'adulto è capace di bucherellare foglie e grappoli fiorali. In tal caso la produzione non viene particolarmente impattata, mentre ben peggiori sono gli attacchi diretti alle olivine. Questi si verificano tra fine giugno e tutto luglio, estendendosi talvolta ad agosto"


Tali attacchi sono facilmente visibili sulle olive: "Col rostro l'adulto produce diversi forellini nelle drupe, usati sia per nutrirsi, sia per ovideporre, per lo meno in una piccola parte dei fori generati. Le uova, dopo essere state deposte, vengono protette dall'insetto richiudendo in qualche modo il foro con le zampe. Fra quelle deposte come uova, però, soltanto una larva riesce a entrare nella mandorla e a nutrirsi del seme. L'attività trofica dura per tutto il periodo estivo e una volta consumato il tutto, l'insetto produce un ulteriore forellino nella parte centrale del nocciolo, fuoriesce e si impupa nel terreno in un bozzoletto di terra. Da questo uscirà solo alla successiva primavera, dando vita a un altro ciclo"


Non tutte le varietà sono però suscettibili allo stesso modo: "Il punteruolo predilige le drupe piccole, quindi non si trova facilmente su varietà come la Bella di Spagna, oppure sulla Dolce del Belice, entrambe a drupa grossa. Ciò perché deve penetrare uno strato di polpa maggiore prima di arrivare al nocciolo. Più appetibili risultano quindi varietà come Cellina di Nardò e Ogliarola"


Danni quasi totalizzanti: "In alcune annate e con infestazioni forti, i danni possono essere molto gravi: a settembre la produzione può addirittura azzerarsi. Il 60-70% delle olive è caduto infatti a terra, demotivando quindi gli olivicoltori a raccogliere la porzione di olive rimaste sulla pianta".


Nessuno strumento fitosanitario è però al momento utilizzabile sulle chiome per contrastare l'insetto: "Purtroppo in Italia non esistono oggi autorizzazioni specifiche per questo insetto - conclude Sumerano - sebbene qualche sostanza attiva abbia le carte in regola per essere efficace contro questi coleotteri. L'areale di diffusione del fitofago, del resto, è abbastanza limitato e solo di recente il problema è divenuto sensibile. Forse i tempi sono però maturi affinché qualche associazione di categoria e di produttori avanzi la richiesta di autorizzazioni in deroga per usi di emergenza fitosanitaria".


In effetti, il problema sarà forse territorialmente limitato, ma per chi lo subisce i danni sono elevatissimi. Si spera quindi che per la stagione 2023 si possa contare sulle canoniche autorizzazioni di 120 giorni a favore di qualche insetticida già autorizzato in Italia su olivo, permettendo in tal modo di controllare anche il punteruolo. Di sostanze attive interessanti in tal senso, in effetti, ce n'è già qualcuna che mostra una sufficiente efficacia anche contro i coleotteri. Sarà quindi bene che fra olivicoltori e aziende produttrici si apra un dialogo per valutare l'opportunità di richiedere tali deroghe

 

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Piero Sumerano, consulente fitosanitario di Arif Puglia

(Fonte: Piero Sumerano)

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