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Aggiornamento di etichetta per Atonik

Da luglio 2023 Atonik di Chimiberg può essere utilizzato su olivo, arancio e fragola, in aggiunta a vite, riso, pomodoro, cetriolo, zucchino e peperone, per cui risultava già autorizzato

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Atonik di Chimiberg potrà essere utilizzato su un numero più ampio di colture

Fonte immagine: Chimiberg

Col termine fitoregolatori si indicano sostanze organiche, diverse da quelle nutritive, in grado di promuovere, inibire o modificare alcuni processi fisiologici delle piante. Tra questi si annoverano i fitormoni (auxine, gibberelline, citochinine, etilene, acido abscissico), altre sostanze naturali (brassinosteroidi, giasmonati, etc.) e sostanze di sintesi, con o senza corrispondenti in natura.

 

Il valore dei fitoregolatori oggi

Da lungo tempo in agricoltura si utilizzano i fitoregolatori con diversi scopi, ma il contesto colturale attuale li rende ancora più interessanti e utili di quanto fossero in passato. Questo perché essi possono favorire il superamento delle criticità legate a condizioni ambientali avverse e alla progressiva riduzione di sostanze attive autorizzate per la protezione delle colture, migliorando globalmente lo stato fitosanitario della pianta.


Come riportato da Alberto Schiaparelli (2018), ai fitoregolatori, in generale e su diverse colture, vengono attribuite azioni come: stimolo dell'emissione anticipata di germogli; aumento o inibizione della differenziazione a fiore delle gemme; abscissione di fiori o frutti; inibizione o aumento della cascola dei frutti; miglioramento della forma, della pezzatura e della colorazione dei frutti; contenimento dello sviluppo vegetativo e riduzione dell'allettamento; incremento dell'allegagione e della partenocarpia; accelerazione o ritardo della maturazione dei frutti; inibizione dello sviluppo di polloni e germogli; ritardo della senescenza dei fiori; interruzione della dormienza; stimolo della radicazione; aumento della tolleranza agli stress e stimolo delle difese naturali.

 

Atonik, autorizzato su nuove colture

Grazie all'aggiornamento di etichetta di luglio 2023, Atonik di Chimiberg potrà essere utilizzato su un numero più ampio di colture rispetto a quelle previste sino a oggi.


A vite (da tavola e da vino), riso, pomodoro e melanzana (pieno campo e serra), cetriolo, zucchino e peperone (serra), per cui risultava già autorizzato, si aggiungono:

  • olivo (da olio e da tavola);
  • arancio;
  • fragola (serra).

 

Altra importante modifica riguarda l'intervallo di sicurezza su riso, che si riduce da 90 a 30 giorni. 

 

I composti fenolici come fitoregolatori

Atonik, registrato in Italia nel 2020, è un fitoregolatore di sintesi, frutto della ricerca giapponese, contenente tre composti fenolici: para-nitrofenolato di sodio, orto-nitrofenolato di sodio e 5-nitroguaiacolato di sodio.

 

Le modalità di azione e gli effetti sulle colture di questa miscela di sostanze attive sono stati studiati in innumerevoli ricerche, dalle quali è sostanzialmente emerso un meccanismo d'azione multiplo, grazie al quale Atonik:

  • è in grado di stimolare lo streaming citoplasmatico, che comporta un maggior trasporto di elementi nutritivi tra le cellule e quindi una maggior traslocazione di nutrienti, con conseguente maggior produzione di clorofilla e zuccheri e, in ultima analisi, miglioramento dei parametri qualitativi del frutto;
  • migliora l'efficienza dell'apparato fotosintetico, che si manifesta con una maggiore area fogliare, un più alto contenuto di clorofilla e una maggiore intensità della fotosintesi. Nonostante la maggiore traspirazione e la minore resistenza stomatica, non si ha peggioramento dello stato idrico della pianta, grazie alla promozione dello sviluppo delle radici e, di conseguenza, a un maggiore assorbimento di acqua;
  • migliora l'allegagione, grazie alla maggior efficienza di germinazione del polline, di formazione del tubetto pollinico e di sviluppo dello stigma; questo favorisce impollinazione e allegagione, con conseguente riduzione della cascola dei fiori e anticipazione della raccolta;
  • inibisce l'enzima indol-ossidasi, portando a un aumento della concentrazione di auxine naturali nella pianta, che ne favoriscono la crescita e la sintesi di lignina, rendendo le piante trattate più resistenti agli stress abiotici (siccità, alte/basse temperature, salinità, stress da trapianto);
  • riduce la presenza di nitrati nelle piante trattate, grazie all'azione regolatrice sulla nitrato-riduttasi;
  • favorisce la resistenza a condizioni di salinità e alla presenza di metalli pesanti nel suolo.

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