Pero, come i lanci autunnali di antocoridi aiutano a controllare la psilla
I lanci di Anthocoris nemoralis, grazie alla loro elasticità di impiego, si dimostrano una soluzione chiave per un controllo efficace e duraturo della psilla nel pereto
La psilla è tuttora un problema nella difesa del pero tanto che, anche nella stagione 2024, da più parti si sono registrati problemi nella gestione di questo fitofago.
In agroecosistemi in equilibrio, lo sviluppo della psilla è contenuto da numerosi limitatori naturali, ma i trattamenti chimici per la difesa del pereto da altri fitofagi, e in particolare contro la cimice asiatica, determinano una drastica riduzione dei fattori naturali di controllo. In particolare all'antocoride predatore Anthocoris nemoralis è riconosciuto il ruolo di principale limitatore della psilla del pero.
Le popolazioni indigene di antocoride, falciate dai trattamenti chimici, non sono sempre in grado di raggiungere un livello tale da evitare incrementi rapidi della presenza di psilla con i conseguenti danni a piante e frutti; anche riducendo fortemente la pressione chimica è difficile ricreare velocemente una situazione di equilibrio tra le popolazioni.
A. nemoralis è un predatore della famiglia antocoridi, adattato ad un regime dietetico di tipo eterofago, basato in alcune fasi del ciclo di polline e poi dalla predazione di afidi, ragnetti rossi e soprattutto psilla, che individua dopo la fioritura attratto dai cairomoni emessi dalla melata prodotta dalla crescente popolazione della stessa. L'antocoride sverna da adulto nel pereto come anche in aree naturali limitrofe.
Con i primi tepori primaverili diviene attivo, cibandosi di psilla e inizia subito a riprodursi e a predare. La femmina ovidepone sulla pagina inferiore delle foglie e le neanidi neonate iniziano subito a predare voracemente uova e neanidi di psilla. L'interazione tra le popolazioni del predatore e quelle del fitofago non è del tutto prevedibile. Può accadere che un pereto risulti per uno o più anni esente di attacco di psilla, e in altri anni si registrino invece elevate pullulazioni del fitofago. In alcune annate le popolazioni selvatiche di A. nemoralis hanno in maggio-giugno una bassa densità, probabilmente per le temperature rigide, le gelate tardive che possono falcidiare gli stadi giovanili del predatore, la carenza di prede nei mesi primaverili, periodi di elevata piovosità, ecc.
I programmi di lancio del predatore hanno lo scopo di evitare questi ostacoli, anticipando l'insediamento delle popolazioni naturali del predatore nel pereto e limitando al massimo lo sviluppo della psilla. Vengono lanciati adulti in grado di incidere immediatamente sulla psilla.
Si consiglia di ripartire il quantitativo di lancio in 2-3 soluzioni cercando di evitare il lancio con una previsione di gelate entro qualche giorno. È consigliabile distribuire il predatore tramite almeno 5-8 punti di lancio/ettaro; allo scopo si possono utilizzare gli appositi supporti in cartoncino che possono temporaneamente contenere il predatore e il materiale disperdente. Eseguendo il primo lancio precocemente, tra fine marzo-metà aprile, è possibile insediare una popolazione di antocoride che (assieme e/o a supporto di quella selvatica) può mantenere sotto controllo la psilla.
In considerazione anche dei numerosi trattamenti necessari per controllare la cimice asiatica un momento ottimale per il lancio degli antocoridi è la fine estate/autunno dopo la raccolta. In questa fase si va ad incidere sulle pullulazioni di psilla di fine campagna favoriti anche da temperature ancora ottimali per lo sviluppo del fitofago e, di conseguenza, sulla popolazione svenante. In sostanza si lavora già in funzione della successiva annata produttiva con un duplice vantaggio: sverna meno psilla nel pereto e al tempo stesso si rinforza la popolazione di antocoridi.
Un'esperienza, condotta in tal senso nelle aree produttive emiliane nel triennio 2005-2007, con il lancio di 1.000 antocoridi/ettaro a metà settembre ha dimostrato che si può ottenere anche un raddoppiamento della popolazione attiva nell'anno successivo con innegabili vantaggi nella gestione del problema psilla.
Il "lancio" autunnale, sfruttando una finestra applicativa estremamente favorevole (assenza di trattamenti insetticidi = assenza di disturbo per il predatore), determina una crescita della popolazione di antocoride svernante e una pronta ripartenza del predatore in primavera.
I lanci di A. nemoralis grazie alla loro elasticità di impiego si confermano negli anni come il fattore principale per ottenere un controllo ottimale e di lunga durata dello sviluppo della popolazione di psilla.