Olivo, difendere le piante dal freddo in sei mosse
Il freddo intenso può causare seri danni agli oliveti, specialmente nel Nord Italia, dove le temperature scendono frequentemente sotto lo zero. Ma anche al Sud le gelate possono dare problemi. Proteggere gli olivi è possibile, come ci spiega Michele Morten, tecnico della Fondazione Edmund Mach
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Sei strategie per proteggere gli olivi dal freddo (Foto di archivio)
Fonte immagine: © Francovolpato - Adobe Stock
Negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici, l'olivicoltura si sta espandendo verso aree un tempo non considerate adatte alla coltivazione dell'olivo. Le regioni del Nord Italia stanno assistendo alla crescita di nuovi impianti, con l'obiettivo di diversificare le produzioni agricole e rispondere a una domanda sempre più elevata di olio extravergine d'oliva.
Tuttavia, questa espansione porta con sé una sfida significativa: il rischio di gelate invernali che possono compromettere la produttività degli oliveti. Se al Nord Italia il freddo è una certezza, anche nel Sud eventi meteorologici estremi, con ondate di freddo improvvise, possono arrecare danni gravi alle piante. Per questo motivo è essenziale adottare strategie efficaci per proteggere gli olivi dalle basse temperature.
I danni da gelo nell'oliveto
Prima di vedere quali sono le strategie per difendere le piante dal gelo, è bene capire quali danni possono causare le basse temperature. Quando la colonnina di mercurio scende a -6°C si iniziano a causare danni all'olivo, con effetti che diventano più gravi con il calo progressivo delle temperature.
Sebbene fare generalizzazioni è difficile, in quanto i danni da freddo sono influenzati da molte variabili (cultivar, potatura, concimazione, eccetera), possiamo dire che i principali problemi indotti dal freddo includono:
- Devitalizzazione delle gemme a fiore già differenziate: sono sufficienti pochi gradi di temperatura sotto lo zero per provocare dei danni irreversibili al "potenziale produttivo" della pianta.
- Danneggiamento delle foglie: già a -6°C si verifica una curvatura della lamina fogliare, seguita da un imbrunimento della nervatura centrale e del picciolo. Questo processo porta alla filloptosi, ovvero alla caduta delle foglie. Quando superiore al 20-30%, ha ripercussioni gravi sulla fioritura e quindi sulla capacità produttiva dell'olivo.
- Lesioni ai rami giovani: i rami di uno-due anni subiscono danni più severi intorno ai -8/-10°C, con la formazione di fessurazioni nella corteccia e il distacco a causa del ghiaccio formatosi nei tessuti esterni saturi d'acqua. In questo caso è buona norma potare i rami ammalorati.
- Fessurazione delle branche principali: a temperature comprese tra -11°C e -13°C, il rapido alternarsi di gelo e disgelo provoca crepe profonde nel legno e il distacco della corteccia, compromettendo la vitalità della pianta.
- Danni al sistema vascolare: a partire da -9°C, si verifica la rottura dei vasi legnosi, con conseguente necrosi dei tessuti interni e blocco della circolazione linfatica.
Le conseguenze di questi danni possono essere severe, con perdita di produzione nell'anno successivo e, nei casi più estremi, la necessità di sostituire le piante danneggiate. Se i tessuti legnosi rimangono attivi, la pianta può attivare processi di recupero, ma in presenza di lesioni gravi il fenomeno di disseccamento può estendersi rapidamente.
Se l'olivo tollera un abbassamento delle temperature notturne, soffre se la temperatura diurna non sale sopra lo zero. Temperature sotto lo zero, sia di giorno che di notte, sono letali per la specie.
Sei strategie per proteggere gli olivi dal freddo
Se i danni da gelo possono compromettere la produttività dell'oliveto, difendere le piante è possibile. Secondo Michele Morten, tecnico del Centro di Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach, esistono diverse tecniche che possono aiutare a ridurre i danni da gelo negli oliveti. Ecco le sei più efficaci.
Uno. Evitare concimazioni azotate eccessive in estate
Un eccesso di azoto stimola una crescita vegetativa troppo vigorosa, con tessuti poco lignificati che risultano più sensibili al gelo. "L'azoto favorisce la crescita di rami teneri e ricchi d'acqua, che sono molto più vulnerabili al freddo", afferma Morten. "Noi consigliamo una fertilizzazione organica autunnale, che permette alla pianta di immagazzinare risorse nei mesi primaverili, oppure chimica a fine inverno-primavera, senza però stimolare troppo la crescita dei tessuti nel periodo autunnale".
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Due. Trattamenti con prodotti rameici dopo la raccolta
L'applicazione di prodotti a base di rame in post raccolta favorisce la lignificazione dei tessuti ancora erbacei, aumentando la resistenza della pianta al freddo. "Il rame, oltre a proteggere da malattie come la rogna e l'occhio di pavone, ha anche un effetto sulla lignificazione dei nuovi accrescimenti", evidenzia Michele Morten. "Questo aiuta la pianta a entrare nell'inverno con tessuti più resistenti".
Tre. Effettuare la potatura a fine inverno
Un aspetto critico nella difesa dell'olivo riguarda la potatura: una pianta già potata è più suscettibile ai danni da gelo, in quanto viene stimolata a una precoce ripresa vegetativa, esponendosi così a un rischio di danno da freddo.
"Se si pota l'olivo troppo presto e poi a febbraio-marzo arriva un'ondata di freddo, la pianta può essere più sensibile agli abbassamenti di temperatura perché abbiamo una linfa meno concentrata, che gela più facilmente", spiega Morten. "Per questo motivo, sconsigliamo la potatura in raccolta, in autunno o in inverno, soprattutto nelle zone più a rischio".
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Quattro. Selezionare a dimora varietà di olivo più resistenti al freddo
Nei nuovi impianti situati in aree a rischio gelate, è consigliabile scegliere cultivar più tolleranti alle basse temperature. "Il Leccino è una delle varietà più resistenti, grazie alla sua maturazione precoce può essere messo a dimora nelle zone a maturazione più tardiva", spiega Morten. "Anche il Leccio del Corno, il Grignan, la Nostrana di Brisighella, la Nostrale di Rigali e l'Olivastra seggianese mostrano una buona tolleranza al freddo".
Cinque. Piantare i nuovi olivi in primavera nelle zone fredde
Nelle aree del Nord Italia, dove il rischio di gelate tardive è più elevato, è preferibile mettere a dimora le giovani piante in primavera, quando il pericolo di temperature sottozero è ormai scongiurato. "Piantarle in autunno significa esporle subito al gelo, quando ancora non hanno sviluppato una struttura resistente", spiega Morten. "La primavera, invece, permette alla pianta di radicare bene prima dell'inverno successivo".
Sei. Proteggere il tronco delle giovani piante con paglia
Nelle zone più soggette a gelate è utile avvolgere il fusto delle piante giovani con paglia o altri materiali isolanti come juta o tessuto non tessuto. "Il miglior isolante che abbiamo testato è la paglia, da legare attorno al fusto per un'altezza di 60-70 centimetri", spiega Michele Morten. "Questo sistema protegge la pianta dal gelo, soprattutto nei fondovalle dove c'è l'inversione termica e le temperature possono scendere molto rapidamente". È si una precauzione onerosa, soprattutto in termini di tempo, ma serve ad evitare danni alle piante di tre-quattro anni.