Patata: fra fitopatie, innovazioni e prospettive
Al Simposio Internazionale della Patata si è parlato di elateridi e Cyperus che minacciano questo tubero. Serve quindi integrare la genetica, le tecniche agronomiche e il monitoraggio per una difesa efficace. Uno sguardo anche alle produzioni e alle superfici in Europa e in Italia

La pataticoltura è colpita dalle fitopatie e dal cambiamento climatico (Foto di archivio)
Fonte immagine: © Dreadlock - Adobe stock
La patata (Solanum tuberosum) è al centro di importanti sfide quali il cambiamento climatico e la pressione da parte di vecchie e nuove fitopatie. A causa di queste problematiche il mercato assiste ad una riduzione della produzione globale e un'impennata dei prezzi registrata nel corso degli ultimi mesi, sia in Europa che fuori Europa.
Più nello specifico, per le fitopatie, è la pressione di Agriotes spp comunemente chiamato ferretto o elateride, e di Cyperus spp che preoccupano maggiormente i pataticoltori.
Quindi è corsa all'innovazione per poter rendere questo tubero più tollerante ai danni da patogeni e il settore più flessibile di fronte agli effetti dei mutamenti climatici.
Di queste tematiche si è parlato al Simposio Internazionale della Patata, coltura simbolo di Macfrut, e tenutosi dal 6 all'8 maggio 2025.
Difesa integrata dal ferretto: fra campo e genetica
In pataticoltura fra i parassiti più ostici da controllare ci sono gli elateridi (Agriotes spp). Le larve, infatti, infestano gli organi sotterranei e forano il tubero scavando gallerie di lunghezza variabile, rendendo il prodotto di fatto non commercializzabile.
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Contro questi insetti patogeni, oltre alla classica difesa fitosanitaria, l'agricoltore è bene che giochi d'anticipo per contenere già in pre semina le popolazioni.
Si deve quindi applicare il famoso detto "meglio prevenire che curare" già nella fase di progettazione del campo.
Per esempio, è consigliato scegliere appezzamenti a minore rischio, cioè evitare terreni che nell'anno precedente hanno ospitato piante che favoriscono lo sviluppo delle popolazioni. Questo perché gli elateridi sono altamente polifagi, e non attaccano solo la patata. E per questa stessa ragione bisognerebbe evitare anche i campi con copertura vegetativa costante.
Nella prevenzione agronomica il pataticoltore può applicare anche i monitoraggi, le lavorazioni meccaniche, la corretta gestione dell'irrigazione, le rotazioni colturali, una migliore gestione dell'epoca di semina e di raccolta e l'uso di varietà tolleranti.
Il ruolo chiave del monitoraggio
Il monitoraggio in pre semina è fondamentale per valutare l'incidenza delle popolazioni in pieno campo, e si può applicare sugli adulti o sulle larve con specifiche trappole multi innesco.
Su questo aspetto in Italia si sta valutando come strategia preventiva il monitoraggio degli adulti nei campi in cui l'anno successivo è prevista la coltivazione della patata. L'obiettivo è quello di elaborare una vera e propria soglia di danno che possa aiutare gli agricoltori a programmare al meglio le semine.
Perché monitorare solo le popolazioni adulte? Perché in questa fase del loro ciclo sono poco mobili e più facili da osservare, in quanto molte specie si spostano camminando e hanno una dispersione locale. Inoltre, esiste una correlazione diretta fra il numero di adulti e il numero di larve presenti.
Del genere Agriotes fanno parte diverse specie, ma in Italia quattro sono quelle che possono causare maggiori danni: Agriotes brevis, Agriotes sordidus, Agriotes litigiosus e Agriotes ustulatus. La loro incidenza poi varia in base all'areale geografico.
Per esempio, in Emilia Romagna andrebbero monitorate le popolazioni di Agriotes brevis, Agriotes sordidus e Agriotes litigiosus. Oppure in Veneto e Friuli-Venezia Giulia andrebbero monitorate tutte e quattro.
Breeding, materiali tolleranti per la difesa integrata
Sfruttando la diversità genetica di Solanum si può rendere la patata commerciale più adattabile agli stress biotici, fra cui appunto gli elateridi. L'utilizzo di ibridi tolleranti infatti rientra fra i principi di prevenzione della lotta integrata quando si è al di sotto della soglia di danno.
Con i programmi di breeding è stato possibile incrociare le specie selvatiche con varietà commerciali introducendo geni di tolleranza in queste ultime.
Ne è un esempio la selezione clonale ISCI 181/10-4, nata da un programma di breeding (2008) presso il Crea - Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali. L'obiettivo principale del programma di breeding era quello di introdurre la tolleranza alla tignola (Phthorimaea operculella).
Incrociando la selezione Q 115-6 (una delle poche selezioni clonali internazionali in grado di fornire resistenza agli insetti fitofagi) con diverse cultivar commerciali scelte per la loro resistenza e/o tolleranza a peronospora e nematodi cisticoli si è ottenuto un ampio set di selezioni clonali resistenti. Fra queste una solo selezione, cioè la ISCI 181/10-4, ha mostrato la tolleranza al ferretto con ottime caratteristiche agronomiche e sensoriali.
Il grado di suscettibilità di questo materiale vegetale è stato poi valutato in condizioni controllate (in vaso) e confrontato con altre varietà di patata, impiegando sei elateridi allevati in modo omogeneo per vaso delle specie A. sordidus e A. litigiosus. I risultati hanno sottolineato che la ISCI 181/10-4 ha una buona tolleranza ai danni da elateridi. Le prove parcellari in pieno campo hanno rimarcato questa sua caratteristica.
Una selezione perciò molto interessante a livello agronomico che attende di essere resa disponibile per i produttori.
In conclusione, costituire nuovi genotipi tolleranti e/o resistenti aiuterebbe questo settore a rispondere alla diminuzione dei principi attivi disponibili per la difesa chimica, contribuendo allo stesso tempo alla prevenzione agronomica. Più in generale questo approccio potrebbe influire positivamente sia sulla produzione che sull'impatto ambientale della pataticoltura.
Cyperus esculentus: prevenzione, gestione e riconoscimento
Il Cyperus esculentus conosciuto anche come bagiggi, zigolo dolce o dolcichini è una malerba conosciuta per infestare altre colture orticole, come il pomodoro da industria.
Fa parte della famiglia delle Cyperaceae che comprende alcune fra le specie più dannose per diverse colture. Ed è presente nella lista delle piante invasive più pericolose dell'European and Mediterranean Plant Protection Organization (Eppo), in quanto è molto difficile da gestire una volta insediata in campo.
È una specie geofita, ovvero che è in grado di moltiplicarsi vegetativamente tramite specifici organi sotterranei che danno origine a nuove piante. Difatti ha un rizoma, da cui si sviluppano dei tuberi, che svolgono una notevole importanza nella propagazione dell'infestante nell'ambiente. La pianta produce anche numerosi semi, ma si ritiene che nei nostri areali il loro ruolo nella diffusione sia piuttosto limitata.
Vista la velocità di diffusione tramite gli organi sotterranei è fondamentale il monitoraggio, con particolare attenzione ai bordi dell'appezzamento, per individuare precocemente la presenza dell'infestante ed evitare così che la pianta fiorisca e produca i tuberi.
Per la prevenzione la lavorazione meccanica autunnale del suolo è una buona pratica, perché porta in superficie i fusti sotterranei riducendo così la loro germinazione nella primavera successiva. Inoltre, per scongiurarne la diffusione in altri campi è bene pulire tutte le attrezzature meccaniche.
Sono disponibili in pre semina alcuni erbicidi autorizzati sulla patata che dimostrano diversi gradi di efficacia sul Cyperus come, ad esempio, dazomet (geodisifestante), 2,4-D (su infestante già emersa e da applicare minimo 60 giorni prima della semina della patata) e glifosate (su infestante già emersa). Mentre in post semina è autorizzato il rimsulfuron.
Sono disponibili anche altri erbicidi autorizzati su altre colture in rotazione come il mais, il sorgo e il frumento e per i quali è stata riportata un buon effetto sull'infestante.
Le sfide del controllo chimico sono comunque molteplici. Innanzitutto, la disponibilità di sostanze attive autorizzate sulla patata è limitata, con il rischio di innescare una resistenza agli erbicidi. Inoltre, si devono considerare i vincoli legati ai disciplinari di produzione integrata, gli effetti del cambiamento climatico e la limitata gestione delle colture in rotazione.
Vi è quindi la necessità di integrare maggiormente le tecniche agronomiche con una migliore gestione delle rotazioni colturali e valutare anche gli effetti dell'uso delle cover crops.
Il cipero come si riconosce in campo? Può raggiungere un'altezza compresa tra i 60 e i 100 centimetri. Il fusto è cavo e privo di nodi con una colorazione, anche delle foglie, verde chiaro. L'infiorescenza è composta da 6-10 rami con spighette di colore giallo-brunastro e produce un achenio (frutto) lungo 1,1-1,6 millimetri.
Rese, import ed export del settore
In Italia una previsione della produzione di patata per il 2024 ha stimato una produzione di 1,32 milioni di tonnellate, con un incremento del 4,7% rispetto ai 1,27 milioni di tonnellate del 2023. La superficie coltivata è pari a 45.900 ettari e la resa è stimata in 28,8 tonnellate per ettaro. Tale resa rimane inferiore alla media dell'Unione Europea, pari a 36,5 tonnellate per ettaro (Fonti: World Potato Markets e Europatat).
Le esportazioni italiane di patate sono aumentate del 33,5% nel 2024, raggiungendo i 152,5 milioni di euro, con una prevalenza di patate precoci. L'Italia figura, inoltre, tra i primi 8 importatori dell'Unione Europea, con importazioni pari a 1,1 miliardi di euro nel 2024, in crescita del 5,4% rispetto al 2023 (Fonti: World Potato Markets e Europatat).
A livello europeo la produzione è concentrata in cinque Paesi che sono Germania, Francia, Paesi Bassi, Polonia e Belgio. Assieme coprono quasi il 75% della produzione pataticola.
Per la campagna 2025/2026 le aspettative sono un aumento delle superfici seminate, con una crescita del +4% in Europa. Con incrementi in Germania, Belgio, Paesi Bassi, Polonia e Italia (+6%). Per la Francia invece ci si aspetta una flessione delle semine (Fonti: Areté e Istat).