2025
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I diserbi: quelli fatti male - parte II

Soia infestata da amaranti e chenopodi: scelta sbagliata degli erbicidi o attrezzature usate male? I risultati sono comunque deludenti

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Gravi infestazioni di malerbe su soia

Fonte immagine: Donatello Sandroni

Che sia di primo o di secondo raccolto la soia va difesa dalle infestanti, o con gli appositi diserbi chimici, oppure tramite lavorazioni meccaniche come la sarchiatura.

 

Indipendentemente dalla tecnica utilizzata, però, le modalità di esecuzione restano fondamentali, altrimenti i risultati sono di certo deludenti. Le fotografie sotto riportate ne sono un chiaro esempio.

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Erbicidi ce ne sono: meglio usarli bene

Solo contro il farinello, alias Chenopodium, sono disponibili 42 differenti erbicidi per 13 differenti sostanze attive. Va da sé che glifosate (5 formulati) e acido pelargonico (1 formulato) possono essere impiegati solo in assenza di coltura, come pure i formulati a base di metribuzin dall'anno prossimo non potranno più essere impiegati in quanto la ghigliottina revocatoria scatterà sui loro colli il 24 novembre 2025

 

Anche flufenacet sta, come si suol dire, "tirando gli ultimi", visto che anche questa sostanza attiva è stata revocata e i suoi formulati potranno essere impiegati solo fino al 10 giugno 2026. Su alcuni dei perché ecotossicologici di questa revoca si era già scritto su AgroNotizie®, sottolineando alcune criticità d'approccio soprattutto in tema di acque sotterranee. Ma tant'è, piaccia o meno, flufenacet ha una sola campagna d'uso possibile, visto che i diserbi con questo erbicida cadono in primavera. Poi fine. 

 

Di 42 formulati ne spariranno quindi 6 contenenti metribuzin, di cui uno contenente anche flufenacet. Non che vi sia il vuoto cosmico dopo la loro revoca, ma le maglie della difesa stanno divenendo sempre più ampie e i risultati in campo si iniziano a vedere. Anche perché un conto è riportare in etichetta i chenopodi, un altro è controllarli davvero a livelli sufficienti da potersene vantare. A buon intenditor...

 

Passando agli amaranti, di questa infestante ne sono segnalate 12 specie diverse. Anche selezionando il solo Amaranthus retroflexus, ossia l'amaranto comune, risultano autorizzati 42 formulati per 13 sostanze attive differenti.

 

Vi sono erbicidi da usi tipicamente di pre emergenza, come aclonifen, bifenox, clomazone, pendimetalin, petoxamide, metobromuron, metribuzin e flufenacet. Di queste ultime due ne abbiamo parlato poco sopra, quindi le sostanze attive diverranno presto 11, a meno di nuovi ingressi in lista. Evento sul quale si gioca per prudenza la carta "dubito". 

 

In post emergenza si possono impiegare Als inibitori come imazamox e tifensulfuron metile, possibilmente in miscela con sostanze attive a diverso meccanismo d'azione come bentazone. Uno dei problemi dei diserbi di post-emergenza è infatti legato alle resistenze proprio degli amaranti.

 

Infine, prima della semina, o dopo la raccolta, possono essere impiegati erbicidi non selettivi come glifosate e acido pelargonico. Ovviamente, sempre facendo bene i conti sulla convenienza agronomica di tali applicazioni.

 

Soia o infestanti?

Avessero una buona quotazione di mercato, in certi campi sarebbe meglio utilizzare qualche erbicida selettivo per amaranti e chenopodi e letale per la soia, visto che quest'ultima pare letteralmente soffocata in alcune specifiche situazioni. A seguire alcune foto di appezzamenti infestati da molteplici malerbe, scattate lungo il Po in area cremonese.

 

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Infestazione grave e omogenea su soia di secondo raccolto. Data la diffusione e la densità delle malerbe sul terreno pare che i diserbi siano stati assenti o comunque realizzati con erbicidi inefficaci su queste infestanti

(Fonte: Donatello Sandroni)

 

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Infestazione molto diffusa, ma a fasce. In una parte del campo di infestanti non se ne vedono, mentre la loro presenza si amplifica realizzando una sorta di corridoi in cui le malerbe hanno letteralmente soffocato la coltura. Possibile cattivo controllo delle attrezzature in termini di ugelli aperti o chiusi

(Fonte: Donatello Sandroni)

 

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Infestazione mista, con visibili anche piante di Abutilon theophrasti: chiaro caso di errata distribuzione dell'erbicida, lasciando un triangolo non trattato al momento del diserbo: una maggiore attenzione sarebbe d'obbligo

(Fonte: Donatello Sandroni)

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