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Cotesia vestalis, un possibile alleato contro la cavolaia

Uno studio da poco pubblicato ha mostrato la capacità di questo imenottero parassitoide di attaccare anche le larve della cavolaia, aprendo la strada ad un suo possibile utilizzo in lotta biologica

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Larve di cavolaia su una foglia di cavolo (Foto di archivio)

Fonte immagine: lilly M - Wikipedia

La cavolaia (Pieris brassicae) è uno degli insetti più dannosi per le coltivazione di cavoli in molte zone del mondo, se non il più dannoso in assoluto.

 

Oltre ai cavoli questa farfalla può colpire anche altre crucifere coltivate, come la colza o le rape, ma è sui cavoli che attualmente causa i danni maggiori, quando le larve, nutrendosi delle foglie, possono portare a defoliazioni anche totali delle piante.

 

Un problema che oggi è controllato soprattutto con gli insetticidi o, in certi casi, con la lotta biologica, tramite l'uso del Bacillus thuringiensis che è in grado di infettare e uccidere le larve della farfalla.

 

E per la lotta biologica oggi sembra potersi aprire una nuova strada: un gruppo di ricercatori pakistani infatti ha valutato l'efficacia di un imenottero parassitoide per controllare la cavolaia.

 

Si tratta di Cotesia vestalis, una piccola vespa solitaria che è da tempo conosciuta come un parassitoide di un altro parassita delle crucifere: la tignola del cavolo Plutella xylostella.

 

Cotesia vestalis infatti depone le sue uova dentro le larve della tignola, solitamente un uovo per larva. Da queste uova nascono delle larve di Cotesia che si sviluppano dentro le larve della tignola, mangiandole dall'interno e portandole a morte.

 

I ricercatori pakistani allora hanno provato se Cotesia vestalis fosse in grado di attaccare e far sviluppare le proprie larve anche su quelle delle cavolaia

 

Nello specifico hanno allevato delle larve di cavolaia in laboratorio e le hanno esposte, sempre in condizioni di laboratorio, agli adulti di Cotesia vestalis, che effettivamente le hanno attaccate, riducendo sensibilmente la popolazione della cavolaia.

 

Per ora la prudenza è d'obbligo, perché si tratta di un risultato preliminare, anche se molto netto, ottenuto in laboratorio. C'è da vedere ad esempio se in pieno campo Cotesia vestalis sia attratta dalle larve della cavolaia e quale efficacia di parassitizzazione possa avere.

 

Un altro aspetto importante sarà poi valutare la presenza di questo parassitoide sul territorio o, se non ci fosse, se sia opportuno introdurlo.

 

In ogni caso si tratta di un risultato interessante, che può aprire la strada al suo uso nella lotta biologica e nel controllo integrato di una delle più importanti avversità di una coltura economicamente rilevante e diffusa come quella dei cavoli.

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