Capitolo “Diserbanti” - volume primo - pag. 527-532
Autori: M. Ambrosi
A conclusione delle prove di diserbo contro le infestanti dei vigneti eseguite nel 1964 e 1965 con la 2.6 Diclorotiobenzamide (Prefix), fu rilevato come la formulazione in granuli si fosse dimostrata i๠adatta e conveniente rispetto a quella in polvere bagnabile, mentre la dose ottimale d'impiego - su terreni previamente lavorati - corrispondeva a kg. 7.5 p.a./ha. Fu confermata inoltre l'intenzione di provare dosi più forti contro il Cynodon dactylon ed il Convolvus arvensis, infestanti che avevano dimostrato una certa resistenza alle dosi di Prefix sin qui da noi impiegati. Non furono constatati danni alle viti dovuti a fitotossicità .
Furono impostate pertanto, durante il 1966, due prove con lo scopo di:
1) stabilire l'eventuale dose ottimale di principio attivo atta a controllare efficacemente le infestanti pi๠resistenti (Gramigna e Convolvolo) tenendo conto di eventuali effetti fitotossici a carico della vite;
2) constatare eventuali fenomeni di fitotossicità da parte del prodotto nei confronti della vite in casi in cui lo stesso, per evenienze particolari, venga traslocato nel terreno a profondità maggiori del previsto.
I risultati di dette esperienze, hanno consentito di trarre le seguenti conclusioni:
Prova n. 1 - La Diclorotiobenzamide ha confermato, come per gli anni precedenti, un'alta persistenza d'azione ed una prevalente azione tossica d'ordine ipogeico - su semi, rizomi, tuberi, bulbi e su radici in genere a sviluppo superficiale o mediamente profondo - in grado di controllare, quasi totalmente, le specie infestanti presenti. Per quanto concerne la Gramigna ed il Convolvolo, la prova ha messo in luce come il formulato, anche alla dose minore (kg 8 p.a.) messa a confronto, abbia svolto un'azione di controllo buona o, quanto meno discreta. Il chà© potrebbe ridimensionare la definizione di "resistente" attribuita alle due specie infestanti.
Prova n. 2 - Gli effetti fitotossici consistenti in una decolorazione a carico del margine fogliare seguita dal disseccamento dello stesso, sono apparsi, almeno per ora, di lieve entità . Però, malgrado la sede e l'area limitata su cui tali azioni si sono manifestate, è nostro intendimento di osservarne gli eventuali sviluppi al fine di precisarne i riflessi sul futuro stato generale delle piante.
Dopo questa terza annata di esperienze, è nostra opinione che il formulato possa trovare una valida applicazione nel diserbo dei vigneti a condizione che venga impiegato con le necessarie cautele le quali tengano conto delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno, della profondità dell'apparato radicale della coltura e delle dosi d'impiego. Secondo le nostre risultanze, è possibile esercitare un ottimo controllo delle infestanti senza superare la dose di kg 7-8 p.a. per ettaro.
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