Acariosi della Vite Calepitrimerus vitis

Classificazione: Acari > Eriofidi

Si tratta di un acaro eriofide presente in tutta Italia che attacca la vite provocando una  sintomatologia complessa determinando danni non molto specifici (vedi sezione danni).  I maggiori problemi si hanno alla ripresa vegetativa e a fine estate.  

 

L’acaro è di piccole dimensioni (0,1-0,2 mm), di forma allungata e di colore giallastro.

 

Biologia

Il ciclo inizia a primavera con le femmine svernanti (deutogine) riparatesi nelle gemme e sotto la corteccia (ritidoma). Queste femmine iniziano l’attività trofica e a deporre le uova a scapito delle gemme ingrossate;  successivamente dopo circa 8-10 giorni dalle uova schiudono altre femmine (protogine) e maschi. Questa nuova popolazione rimane sui tralci fino all’inizio di giugno per poi migrare sulle foglie in accrescimento. La comparsa delle femmine svernanti avviene già da agosto e il loro trasferimento ai luoghi di svernamento si conclude verso settembre e la metà di ottobre. Mediamente C. vitis può svolgere 3-4 generazioni all’anno.

Danni causati

Prima della ripresa vegetativa le piante attaccate presentano tralci con internodi molto raccorciati dando alle viti un aspetto sofferente e brachizzato, soprattutto nella fase di allevamento. Alla ripresa vegetativa le gemme attaccate possono non schiudere o dare origine a germogli deboli, questi possono avvizzire in breve tempo o svilupparsi scarsamente e in maniera stentata, causa il notevole raccorciamento degli internodi e l’assenza di foglie basali; le foglie di questi germogli risultano deformate con bollosità, decolorate e stentate nella crescita.

 

Gli attacchi primaverili possono risultare particolarmente pericolosi per le piante in allevamento in quanto lo sviluppo può essere gravemente compromesso. Il quadro in generale risulta complesso poiché i danni possono essere facilmente confusi con quelli provocati dal tripide Drepanothrips reuteri (Tripide della vite).

 

Con lo spostamento degli individui sulle foglie in accrescimento (giugno-luglio) i danni su queste si manifestano con deformazioni a coppa e decolorazioni visibili in trasparenza associate alla presenza di necrosi puntiformi al centro. In piena estate, da inizio agosto, le foglie attaccate presentano alterazioni cromatiche con la scomparsa del verde intenso e la presenza di bronzature (la foglia sembra ricoperta da una patina brunastra), prendendo appunto il nome di “acariosi bronzata”, infine le foglie possono disseccare completamente. Forti attacchi verso fine stagione provocano ritardi nella maturazione, calo del tenore zuccherino e scarsa lignificazione.

Interventi agronomici

E fondamentale l’acquisto e l’impiego di materiale di riproduzione esente dal patogeno.

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