Agente responsabile della maculatura batterica delle drupacee, è un batterio da quarantena catalogato nella lista A2 dell'Organizzazione europea per la protezione delle piante (EPPO), che include i patogeni pericolosi isolati in diversi Paesi dell'Unione Europea. In Italia è segnalato da oltre 50 anni, soprattutto a carico di pesco e susino cino-giapponese. La sua pericolosità è stata rilevata anche in Francia, su pesco e nettarine e in Spagna, su pesco e nettarine, susino cino-giapponese e mandorlo.
X. arboricola pv. Pruni colonizza le gemme in primavera-estate dopo aver superato l'inverno. Da tali gemme, in primavera, prende avvio il ciclo della malattia con il fungo che si sposta sulle foglie. Altri siti di inoculo dell'infezione sono rappresentati dalle cicatrici formatesi a seguito della caduta delle foglie. Le condizioni predisponenti, che devono persistere per almeno 48 ore, sono temperature superiori ai 24°C e di un'umidità relativa prossima al 100%. Questi valori possono essere raggiunti dopo abbondanti piogge primaverili estive, coadiuvate da irrigazioni soprachioma che contribuiscono ad aumentare il tenore di umidità. Altra via per la diffusione del patogeno è rappresentata dall'utilizzo, per gli innesti, di gemme infette in modo latente. Impianti realizzati su terreni molto sabbiosi o molto argillosi (pesanti) registrano una maggiore incidenza di infezione.
I primi sintomi dell'infezione compaiono a carico delle foglie basali quando, a primavera inoltrata, si formano tacche nerastre, poligonali, spesso circoscritte da un alone clorotico. Tali necrosi tendono a distribuirsi lungo le nervature. La progressione dell'infezione tende ad ingiallire l'apice fogliare; successivamente può cagionare la prematura caduta delle foglie, anche di notevole intensità.
Sui frutti colpiti si determinano delle piccole lesioni nerastre, superficiali, con contorno irregolare. All'invaiatura tali lesioni ingrandiscono, approfondendosi leggermente e, talvolta, sviluppare un alone clorotico. Sul singolo frutto possono comparire più macchie. L'infezione sovente porta alla cascola dei frutti, deprezzando altresì quelli ancora presenti sulla pianta.
Su rami e branche, solitamente, non si evidenziano masse cancerose rilevanti.
Realizzare nuovi impianti utilizzando solo piante sane, evitando terreni molto sabbiosi o argillosi. Asportare e bruciare i residui della potatura.
indipendentemente dalla coltura
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