Agente della malattia è il basidiomicete P. striiformis (sin. P. glumarum) che infetta, oltre al frumento, anche orzo, avena, segale e altre graminacee. Nella penisola italiana la malattia non compare regolarmente ogni anno.
Ruggine a ciclo autoico della quale non si conoscono ospiti intermedi, le cui forme ecidica, picnidica e basidiosporica non si differenziano. La diffusione della malattia avviene a carico delle uredospore, che attaccano le piante ospiti fin dai mesi autunnali. I rigori invernali sono superati sia dalle uredospore quiescenti, sia dai miceli che si sviluppano sulle piante colpite nelle primissime fasi vegetative. Al sopraggiungere della primavera le uredospore avviano nuove infezioni che si susseguono diverse volte nel corso della primavera e dell'estate, anche a grande distanza dai focolai iniziali (grazie alla capacità delle spore di farsi trasportare dalle correnti d'aria, anche per centinaia di chilometri). Le infezioni sono favorite da climi umidi e freschi, mentre si arrestano in quelli caldi e asciutti, con temperature oltre i 25°C. Condizioni ottimali per la germinazione delle uredospore e la progressione dell'infezione si verificano con temperature fra 8 e 15°C ed umidità relativa oltre il 90%. La concomitanza di questi fattori consente alle spore di germinare ed emettere il promicelio, necessario alla penetrazione nei tessuti della pianta ospite, con solo 3 ore di bagnatura.
I sintomi della malattia, rilevabili generalmente sulle foglie (più raramente su spighe, glume, cariossidi, guaine fogliari, culmi), si manifestano come pustole giallastre, di forma allungata, raggruppate e localizzate tra le nervature della lamina fogliare, in strisce longitudinali interrotte. La particolare configurazione delle pustole conferisce a questa ruggine come 'striata'. Con il progredire dell'infezione si possono individuare lungo culmi e guaine i teleutosori, sotto forma di striature nerastre sottoepidermiche. Nel caso di cultivar resistenti o di andamento climatico caldo-asciutto, i sintomi legati all'attacco della P. striiformis sono atipiche. palesandosi come decolorazioni e necrosi striate. La malattia può risultare assai pericolosa in quanto da pochi focolai attivi a fine inverno, possono originarsi, nell'arco di poche settimane, gravi epidemie con conseguenti perdite di resa produttiva (dovuta alla forte riduzione della capacità di assimilazione delle piante colpite).
La concia delle sementi protegge le plantule nelle prime fasi vegetative. Scegliere cultivar resistenti o tolleranti. Evitare densità di semina troppo elevate. Effettuare fertilizzazioni azotate equilibrate.
indipendentemente dalla coltura
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