2013
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Xylella fastidiosa, indicazioni dell'Efsa per limitare la diffusione

Secondo gli esperti dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare è necessario sorvegliare il commercio delle piante messe a dimora e degli insetti nelle spedizioni

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Il batterio Xylella fastidiosa è trasmesso da sputacchine e cicaline

Fonte immagine: © Galleria immagini Eppo

L'Autorità europea per la sicurezza alimentare, Efsa, ha concluso che esercitare particolare sorveglianza sul commercio delle piante destinate alla messa a dimora e sulla presenza di insetti infetti contenuti nelle spedizioni di vegetali sarebbe il modo più efficace di limitare la diffusione del batterio Xylella fastidiosa, recentemente riscontrato nel Sud Italia, primo focolaio del genere nell'Unione europea. 
Trasmesso da alcuni insetti noti come “sputacchine e cicaline”, che si nutrono di linfa grezza, il batterio X. Fastidiosa è stato individuato durante l’attuale focolaio della malattia che ha colpito 8 000 ettari di piante di olivo nella regione Puglia, nel sud dell’Italia. Il batterio può essere ospite di un’ampia gamma di piante tra cui il mandorlo, il pesco, il susino, l’albicocco, la vite, gli agrumi, la pianta del caffè e l’olivo ma anche la quercia, l’olmo, il Ginko e il girasole.  E’ importante sottolineare che le piante possono essere portatrici del batterio senza mostrare segni di malattia.  X. Fastidiosa, in  quanto organismo nocivo, è oggetto di regolamentazione nell’Unione europea e ne è vietata l’introduzione e diffusione in tutti gli Stati membri.

Visto il focolaio infettivo in atto, la Commissione europea ha chiesto all'Efsa di fornire consulenza scientifica urgente, specificare l’elenco delle specie vegetali note che possono fungere da ospite, individuare le varie modalità con cui le specie vegetali infette e gli insetti vettori possono entrare nell’Ue e individuare, nonché valutare, le possibili misure di profilassi. Gli esperti di salute delle piante dell'Efsa hanno concluso che la X. fastidiosa nell’Ue ha  una vasta gamma di piante ospiti note, molte delle quali coltivate per la produzione agricola, ma anche specie selvatiche autoctone comuni in Europa. Vi è inoltre un gran numero di specie che potrebbero venire infettate dal batterio, ma che non vi sono mai state esposte, il che rende difficile stabilire quale sarà il suo impatto probabile su di esse. È importante sottolineare come le sputacchine e cicaline che si nutrono di linfa grezza presenti nell’Ue, potenziali portatrici della malattia, possono avere abitudini e modelli alimentari diversi.

Poiché l’unico mezzo naturale di diffusione della X. fastidiosa sono le sputacchine e cicaline che si nutrono di linfa grezza, che in genere possono volare per brevi distanze fino a 100 metri, il modo più efficace di diffusione a lunga distanza di X. Fastidiosa è la movimentazione delle piante infette per la messa a dimora. Inoltre il trasporto degli insetti eventualmente portatori del batterio nella movimentazione commerciale dei vegetali viene considerato motivo di preoccupazione. La principale fonte di introduzione nell’Ue di X. fastidiosa è dunque il commercio e subito dopo la movimentazione di vegetali destinati alla messa a dimora. Sono state inoltre valutate altre potenziali fonti di infezione tra cui frutta, legno, fiori recisi, semi e piante ornamentali,  ritenute però trascurabili o poco efficaci come possibili vie di introduzione del batterio.

Non è nota alcuna strategia precedente che abbia avuto successo nell'eradicazione di X. Fastidiosa, una volta insediatasi all'aperto. L'Efsa raccomanda pertanto che le strategie preventive per il controllo dei focolai si concentrino sulle due principali vie di infezione (piante da messa a dimora e insetti infetti presenti nelle partite di vegetali) e si fondino su un approccio basato su sistemi integrati. Dopo questa valutazione rapida il gruppo di esperti dell’Efsa sulla salute dei vegetali  condurrà una valutazione completa del rischio dal batterio Xylella fastidiosa per le colture e le piante dell’Ue.

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