2015
19
Nuovi spiragli contro il cancro batterico
Actinidia: alcuni estratti vegetali si sarebbero mostrati in grado di indurre resistenza contro Pseudomonas syringae pv. actinidiae. Si aprono quindi nuove prospettive per il controllo sostenibile della patologia

I danni del cancro batterico dell’Actinidia
Il cancro batterico dell’Actinidia (Pseudomonas syringae pv. actinidiae) è il principale fattore limitante per la coltivazione del kiwi sia a polpa verde (A. deliciosa), sia a polpa gialla (A. chinensis).
In Italia la prima segnalazione risale al 1992, nel Lazio sulla cultivar Hayward, ma è a partire dal 2008 che la malattia ha cominciato a destare grande preoccupazione. Si è diffusa rapidamente e con notevole aggressività, interessando il Lazio nelle provincie di Latina e di Roma, l’Emilia-Romagna soprattutto le provincie di Ravenna e Forlì, fino colpire il Veneto, il Piemonte e, più recentemente, la Calabria.
Tra i più efficaci metodi di controllo possiamo annoverare quelli che prevengono la crescita epifitica del batterio e riducono così la probabilità che questo riesca a penetrare all’interno della pianta. Un’altra efficace modo per controllare la malattia è quello di incrementare le difese naturali della pianta stessa rendendola così maggiormente resistente alle infezioni. I prodotti a base di rame appartengono alla prima categoria e rappresentano, attualmente, il principale mezzo di contenimento della malattia. Invece, alla seconda categoria appartengono gli induttori di resistenza che rafforzano i meccanismi di difesa regolati dall’acido salicilico (SAR).
I ricercatori dell'Università di Bologna hanno svolto ricerche atte a valutare l'efficacia di alcune sostanze naturali contro la Psa ottenendo buoni risultati.
Scarica il pdf della ricerca
In Italia la prima segnalazione risale al 1992, nel Lazio sulla cultivar Hayward, ma è a partire dal 2008 che la malattia ha cominciato a destare grande preoccupazione. Si è diffusa rapidamente e con notevole aggressività, interessando il Lazio nelle provincie di Latina e di Roma, l’Emilia-Romagna soprattutto le provincie di Ravenna e Forlì, fino colpire il Veneto, il Piemonte e, più recentemente, la Calabria.
Tra i più efficaci metodi di controllo possiamo annoverare quelli che prevengono la crescita epifitica del batterio e riducono così la probabilità che questo riesca a penetrare all’interno della pianta. Un’altra efficace modo per controllare la malattia è quello di incrementare le difese naturali della pianta stessa rendendola così maggiormente resistente alle infezioni. I prodotti a base di rame appartengono alla prima categoria e rappresentano, attualmente, il principale mezzo di contenimento della malattia. Invece, alla seconda categoria appartengono gli induttori di resistenza che rafforzano i meccanismi di difesa regolati dall’acido salicilico (SAR).
I ricercatori dell'Università di Bologna hanno svolto ricerche atte a valutare l'efficacia di alcune sostanze naturali contro la Psa ottenendo buoni risultati.
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