2020
23
Drosophila suzukii, i suoi nemici si moltiplicano
Nel territorio trentino è stato ritrovato Leptopilina japonica, parassitoide larvale che arriva dal Giappone. Si aprono così nuove prospettive per il controllo biologico del moscerino della frutta
Drosophila suzukii, parassita ben conosciuto dagli agricoltori, in particolare da chi coltiva ciliegie e piccoli frutti, ha un nuovo nemico, in Trentino.
Come spesso succede per gli insetti alieni, provenienti solitamente dall'Estremo Oriente, i loro nemici naturali li seguono a breve distanza di tempo nell'invasione di un nuovo territorio. È già successo per la cimice asiatica, con l'arrivo in Italia in maniera naturale di T. japonicus e T. mitsukurii (comunemente conosciuta come vespa samurai) e ora abbiamo la prova che è successo anche per il cosiddetto moscerino della frutta dagli occhi rossi.
La Fondazione Edmund Mach ha infatti annunciato che è stato ritrovato in Trentino Leptopilina japonica, parassitoide larvale che arriva dal Giappone. L. japonica è stato ritrovato per due anni consecutivi, una prima volta nel giugno 2019, durante un monitoraggio in campi di ciliegi.
I monitoraggi territoriali eseguiti anche quest'anno, al fine di verificare l'andamento popolazione, il livello di infestazione della frutta coltivata e spontanea e la presenza di antagonisti di Drosophila suzukii, insetto arrivato sul nostro territorio nel 2009 e che continua a causare ingenti danni alle coltivazioni dei frutti a polpa rossa, hanno portato, anche quest'anno, al ritrovamento di L. japonica.
Trappola sentinella per il monitoraggio di Leptopilina japonica
(Fonte foto: Fondazione Edmund Mach)
La notizia è estremamente positiva perché i risultati del 2020 non solo confermano la presenza sul territorio trentino del parassitoide, ma sembra che L. japonica sia ben stabilito: "L'indagine - hanno detto Alberto Grassi e Simone Puppato del Centro trasferimento tecnologico Fem - è ancora in corso, ma è possibile fin d'ora affermare che la presenza di L. japonica è già diffusa in provincia, in quanto è stata riscontrata in altri cinque siti distanti fra loro fino a 20 chilometri e collocati ad altitudini comprese fra 211 e 685 metri Sul livello del mare". L. japonica si sviluppa a una temperatura fra i 17,2°C e i 27,3°C, temperature che si possono ritrovare nelle valli del Trentino fra la fine di maggio e settembre.
L'importante scoperta è avvenuta nell'ambito di un dottorato di ricerca attivato da Fem e Università del Molise con il contributo di Sant'Orsola Sca e, più in generale, è frutto del progetto 'lotta biologica alla specie aliena' finanziato dalla provincia autonoma di Trento.
L. japonica somiglia a un altro parassitoide alieno appena importato dalla Svizzera, in condizioni di sicurezza, proprio da Fem, a scopo di futura lotta biologica, con tutte le autorizzazioni del caso. Si tratta del Ganaspis brasiliensis. I due parassitoidi potrebbero, in futuro, unire le forze contro Drosophila suzukii, vero incubo dei coltivatori di piccoli frutti.
Come spesso succede per gli insetti alieni, provenienti solitamente dall'Estremo Oriente, i loro nemici naturali li seguono a breve distanza di tempo nell'invasione di un nuovo territorio. È già successo per la cimice asiatica, con l'arrivo in Italia in maniera naturale di T. japonicus e T. mitsukurii (comunemente conosciuta come vespa samurai) e ora abbiamo la prova che è successo anche per il cosiddetto moscerino della frutta dagli occhi rossi.
La Fondazione Edmund Mach ha infatti annunciato che è stato ritrovato in Trentino Leptopilina japonica, parassitoide larvale che arriva dal Giappone. L. japonica è stato ritrovato per due anni consecutivi, una prima volta nel giugno 2019, durante un monitoraggio in campi di ciliegi.
I monitoraggi territoriali eseguiti anche quest'anno, al fine di verificare l'andamento popolazione, il livello di infestazione della frutta coltivata e spontanea e la presenza di antagonisti di Drosophila suzukii, insetto arrivato sul nostro territorio nel 2009 e che continua a causare ingenti danni alle coltivazioni dei frutti a polpa rossa, hanno portato, anche quest'anno, al ritrovamento di L. japonica.
Trappola sentinella per il monitoraggio di Leptopilina japonica
(Fonte foto: Fondazione Edmund Mach)
La notizia è estremamente positiva perché i risultati del 2020 non solo confermano la presenza sul territorio trentino del parassitoide, ma sembra che L. japonica sia ben stabilito: "L'indagine - hanno detto Alberto Grassi e Simone Puppato del Centro trasferimento tecnologico Fem - è ancora in corso, ma è possibile fin d'ora affermare che la presenza di L. japonica è già diffusa in provincia, in quanto è stata riscontrata in altri cinque siti distanti fra loro fino a 20 chilometri e collocati ad altitudini comprese fra 211 e 685 metri Sul livello del mare". L. japonica si sviluppa a una temperatura fra i 17,2°C e i 27,3°C, temperature che si possono ritrovare nelle valli del Trentino fra la fine di maggio e settembre.
L'importante scoperta è avvenuta nell'ambito di un dottorato di ricerca attivato da Fem e Università del Molise con il contributo di Sant'Orsola Sca e, più in generale, è frutto del progetto 'lotta biologica alla specie aliena' finanziato dalla provincia autonoma di Trento.
L. japonica somiglia a un altro parassitoide alieno appena importato dalla Svizzera, in condizioni di sicurezza, proprio da Fem, a scopo di futura lotta biologica, con tutte le autorizzazioni del caso. Si tratta del Ganaspis brasiliensis. I due parassitoidi potrebbero, in futuro, unire le forze contro Drosophila suzukii, vero incubo dei coltivatori di piccoli frutti.