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Elateridi delle patate: le soluzioni disponibili contro i ferretti

Un parassita alla volta. I coleotteri del genere Agriotes spp. possono arrecare danni superiori al 50% ai tuberi. Qualche accorgimento agronomico e l'uso di geoinsetticidi può limitarne i danni

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Un parassita alla volta: gli elateridi delle patate

Fonte immagine: AgroNotizie® (modificata)

Fra i parassiti più ostici da controllare quando si coltivano patate ricadono gli elateridi. Numerose sono infatti le specie di Agriotes, sebbene siano solo tre quelle di reale interesse agrario. Questi insetti si mostrano altamente polifagi e sono capaci di provocare danni a diverse colture. Per esempio nelle patate, ma anche nelle carote, le larve di Agriotes spp. scavano gallerie che spesso degenerano in marciumi.

 

Quando presenti nei campi coltivati a graminacee le larve danneggiano gli apparati radicali provocando la morte delle piante, effetto visibile anche a causa delle fallanze che si creano. Infine, gravi possono risultare i danni su mais nelle sue prime fasi di sviluppo, poiché la coltura viene attaccata a livello radicale con esisti variabili a seconda della popolazione dell'insetto e del periodo di semina. 

 

Fattori predisponenti

A favorire la presenza dei ferretti vi sono alcuni fattori di tipo ambientale. Uno di questi si presenta però raramente in Italia, cioè l'elevato contenuto di sostanza organica. Un'eventualità che si verifica quasi esclusivamente in zone ad alta densità zootecnica, foriera di importanti volumi di letame, liquami e digestati.

 

Anche le sistemazioni del terreno vanno prese in debita considerazione, poiché a favorire questi parassiti sono anche i ristagni idrici dovuti a uno scarso drenaggio. Tali condizioni sono però poco frequenti negli areali di coltivazione della patata, riguardando per lo più la coltura del mais.


Tre specie di Agriotes molto pericolose

Delle numerose specie di Agriotes presenti in Italia ve ne sono tre che possono causare danni significativi: 

  • Agriotes litigiosus: adulti bruno-rossastri lunghi dai 10 ai 13 millimetri presenti da giugno in poi. Dopo l'accoppiamento le uova daranno origine alle larve nel volgere di circa due settimane. Dopo un'iniziale fase trofica queste sverneranno approfondendosi nel terreno sino a 90 centimetri;
  • Agriotes brevis: adulti di colore nerastro e dalla lunghezza di 7-8 millimetri e un ciclo molto simile a quello di A. litigiosus. A differenza di questo, però, gli adulti di A. brevis attenderanno la primavera successiva per evadere dalle celle pupali;
  • Agriotes sordidus: morfologicamente simile ad A. brevis, mostra anche il medesimo habitus quanto a svernamento, con gli adulti di color bruno-nero che compaiono in estate, ma poi attendono la primavera successiva per abbandonare le celle pupali.

 

La fase larvale è pluriennale, con la possibilità di permanere nel terreno fino a 4-5 anni prima di andare incontro alla metamorfosi finale. Aspetto che complica ulteriormente i programmi di difesa fitosanitaria

 

Accorgimenti agronomici

Dal momento che le ovideposizioni sono spesso superficiali, le lavorazioni meccaniche come arature e discature aiutano a scoprire le ovature, molto sensibili queste alla disidratazione. Più nello specifico, le arature permetteranno anche di mettere allo scoperto le larve che in quel momento siano nei primi decimetri di suolo, esponendoli all'ambiente e alla predazione degli uccelli. 


Quanto a rotazioni, poche sono le colture che non vengono attaccate dagli elateridi, come per esempio la soia. Prati stabili e medicai, ma anche cereali, possono invece creare condizioni favorevoli alla sopravvivenza degli elateridi, complicando gli scenari fitosanitari al momento della messa a dimora delle patate. Ciò anche perché i ferretti possono giungere ai campi coltivati anche dalle aree incolte limitrofe.


Una via interessante per il contenimento della popolazione di Agriotes spp. è la biofumigazione tramite sovescio di brassicacee, dato che queste piante una volta incorporate nel suolo rilasciano isotiocianati, sostanze che allontanano i Ferretti.


Geoinsetticidi: le soluzioni disponibili

Finiti i tempi degli esteri fosforici, dei carbammati e degli organoclorurati, sono presto giunti al capolinea anche gli insetticidi neonicotinoidi come thiametoxam e clothianidin. Di quest'ultimo ebbe vita breve anche un formulato granulare da impiegare come geoinsetticida contro gli elateridi, ma venne registrato solo su mais e visse solo dal 2011 al 2013, quando venne anch'esso revocato dopo aver avuto un temporaneo successo presso i maiscoltori.

 

Nulla da stupirsi quindi se chi coltiva patate è ormai tendenzialmente disperato, incontrando serie difficoltà nel controllare questui parassiti del terreno con i mezzi tecnici rimasti.


Sono infatti solo 23 i formulati commerciali autorizzati su patata come geoinsetticidi contro gli elateridi, di cui 13 sono a base di teflutrin, 4 con lambda cialotrina, 3 con cipermetrina. Un solo formulato per azadiractina A, Beauveria bassiana - ceppo ATCC 74040 e spinosad

 

Un panorama fitoiatrico che risulta quindi poco diversificato. Limite che si spera possa essere parzialmente e temporaneamente superato tramite autorizzazioni in deroga. Ultima spiaggia per chi non sia riuscito ad arginare negli anni passati la furia revocatoria della Revisione Europea.

 

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Questo articolo è stato modificato in data 20 febbraio 2024: la dimensione degli adulti di Agriotes litigiosus è dai 10 ai 13 millimetri, e non centimetri come erroneamente riportato.

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