2025
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Rame: servono modelli normativi specifici

Microelemento essenziale e sostanza attiva chiave per l'agricoltura convenzionale e biologica che necessita di modelli adeguati per la valutazione in ambito regolatorio. Quali sono gli ultimi sviluppi e gli aggiornamenti previsti a livello Europeo? Nell'articolo il punto di vista di Daniele Ruccia, chairman della European Union Copper Task Force

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Dopo il rinnovo del 2018 anche Efsa e la Commissione Europea hanno riconosciuto la necessità di rivedere i criteri valutativi per le sostanze inorganiche come il rame (Foto di archivio)

Fonte immagine: © Agronotizie

Il rame è una sostanza attiva chiave soprattutto per l'agricoltura convenzionale e biologica, utilizzato già dal 1800 come fungicida (e in seguito anche come batteriostatico), è anche un microelemento essenziale presente in maniera ubiquitaria in natura.

 

Dal punto di vista della difesa fitosanitaria, il rame è una delle sostanze attive più antiche ed efficaci ma anche tra le più peculiari e discusse, soprattutto a livello regolatorio. La valutazione del rischio ambientale e tossicologico del rame a livello europeo, ha utilizzato, fino all'ultimo rinnovo avvenuto nel 2018, le stesse linee guida sviluppate per le molecole di sintesi. Queste sostanze sono, tuttavia, diverse per struttura, comportamento e destino ambientale rispetto al rame, non essendo questi elementi naturalmente presenti nell'ambiente e negli organismi viventi.

 

Si presenta quindi un paradosso: una sostanza essenziale per la vita - che è presente in tutti gli organismi viventi ed è coinvolta in numerosi processi fisiologici fondamentali - viene trattata come una sostanza sintetica, generando incertezza, distorsione del rischio e frustrazione tra tecnici, agricoltori e aziende.


Per capire meglio questa situazione abbiamo intervistato Daniele Ruccia, chairman della European Union Copper Task Force (Eu Cu Tf), un'associazione scientifica formata da 12 aziende produttrici di rame. La Eu Cu Tf lavora per la difesa dei cinque sali di rame autorizzati come sostanze attive ai sensi del Reg. Eu 1107/2009, raccogliendo dati, commissionando studi scientifici e rispondendo alle autorità europee durante i processi regolatori.

 

L'azione del rame in agricoltura

Il rame è un metallo, la cui forma biologicamente attiva è il catione bivalente Cu2+; in ambito agricolo Europeo si utilizzano per la difesa delle colture i cinque sali approvati: idrossido di rame, ossicloruro di rame, poltiglia bordolese, solfato tribasico di rame e ossido di rame (o rameoso).


Una delle particolarità del rame risiede nella sua doppia funzione. Agisce come micronutriente dal lato nutrizionale: è un oligoelemento indispensabile per la vita e nelle piante svolge un ruolo chiave come cofattore di enzimi coinvolti nei processi respiratori. Come ogni nutriente, anche il rame, presenta un range ottimale di concentrazioni negli organismi viventi, che vengono mantenute costanti da meccanismi di autoregolazione molto efficienti (omeostasi).


Sul fronte fitosanitario, il rame è un fungicida largamente utilizzato, soprattutto nella gestione della peronospora della vite e di altre fitopatie fungine. La sua azione si concentra principalmente sulle spore, sia in fase di rilascio che durante la germinazione, piuttosto che sul micelio sviluppato. Gli ioni Cu2+ penetrano attraverso la membrana delle spore e dei conidi, interagendo con gli acidi nucleici e inattivando i centri attivi degli enzimi. Interferiscono inoltre con i meccanismi di trasporto energetico e compromettono la funzionalità delle membrane cellulari, alterandone la semipermeabilità.

Ad oggi, non sono mai stati segnalati casi di resistenza al rame da parte degli agenti patogeni, e la sua efficacia è rimasta inalterata anche dopo decenni di impiego intensivo.

Leggi anche: Il rame per il controllo dei patogeni

Come funziona il sistema normativo per il rame e il ruolo della Task Force

Oggi la disciplina che regola l'autorizzazione delle sostanze attive nell'Unione Europea è il Reg. (Eu) 1107/2009, che ha sostituito la precedente Direttiva 91/414.

 

Ogni sostanza attiva viene valutata sulla base di un dossier contenente una grande mole di dati sperimentali volti a dimostrare l'assenza di rischio per la salute umana e per l'ambiente nelle condizioni di impiego richieste.

 

"Una volta approvata la sostanza attiva - afferma Daniele Roccia durante l'intervista per AgroNotizie® - il prodotto fitosanitario commerciale deve successivamente sottostare ad una procedura di valutazione zonale, anch'essa onerosa e dalle tempistiche piuttosto lunghe (in media 5 anni in Italia, dati Osservatorio Agrofarma)".

 

E continua: "In generale, in Europa, c'è la tendenza da parte delle aziende produttrici ad associarsi dal punto di vista scientifico per sostenere assieme il lavoro necessario e i relativi investimenti al fine di supportare le sostanze attive che producono. La Eu Cu Tf che rappresento in qualità di chairman nei contesti regolatori con diversi interlocutori (Stati membri, Commissione, Efsa), è proprio questo".

 

Le 12 aziende che fanno parte della Copper Task Force sono:

  • Albaugh Europe;
  • Cinkarna - Metallurgical & Chemical Industry Celje Inc;
  • Cosaco GmbH;
  • Gowan Crop Protection Limited;
  • Iqv - Industrias Químicas del Vallés Sa;
  • Manica Spa;
  • Montanwerke Brixlegg Ag;
  • Nordox As;
  • Nufarm Europe GmbH;
  • Sales y Derivados de Cobre Sa;
  • UPL Europe Ltd;
  • Vibrantz Minerals Srl.


"Il rame è molto particolare - spiega Daniele - è un microelemento, un metallo di transizione. In natura lo ione rame molto spesso si aggrega in forme minerali stabili e viene poi assunto dagli organismi viventi nelle quantità a loro necessarie.

I cinque sali di rame autorizzati per la difesa fitosanitaria - rilasciano lo ione rame gradualmente, in maniera controllata grazie alle peculiari caratteristiche fisico chimiche".


Il rame, essendo un elemento chimico, per sua definizione è naturalmente presente. Per questo oggi i sali di rame sono inseriti nella lista delle sostanze candidate alla sostituzione del Reg. (Ec) 1107/2009. Tale classificazione si è basata sui criteri Pbt (persistenza, bioaccumulo e tossicità) definiti per le sostanze di sintesi, e non adatti, invece, ad essere applicati a molecole inorganiche, come finalmente stabilisce il Reg. Eu 707/2023 "Revisione Clp" entrato in vigore nell'aprile 2023.  

 

Durante la valutazione del dossier del rinnovo della sostanza attiva (attualmente in corso) viene riesaminata la classificazione dei cinque sali di rame; come da nuovi criteri CLP, è pertanto attesa la rimozione dalla lista delle sostanze attive candidate alla sostituzione. Tuttavia, la Commissione Europea potrebbe anticipare la rimozione pubblicando un aggiornamento del Reg. Ue 1107/2009, riabilitando finalmente il ruolo di primo piano che il rame merita come mezzo di difesa, sia in regime biologico che integrato.


Perché i modelli normativi sono inadatti per il rame?

Il problema è chiaro: il rame ha una funzione biologica e un comportamento ambientale molto diverso da quello dei principi attivi di sintesi. Eppure, la normativa che li valuta è la stessa.

 

Daniele ci fa qualche esempio: "Quando si fa riferimento al possibile effetto del rame su organismi non bersaglio (ad esempio organismi acquatici), questo nasce dal fatto che si applicavano i modelli standard previsti dalle linea guida, pensati per le sostanze di sintesi. Il risultato che ne scaturiva era paradossale: i modelli indicavano la presenza di un rischio anche a concentrazioni pari al background naturale di rame presente nei corpi idrici. 


E continua: "Infatti, nel caso in cui un principio attivo di sintesi fosse totalmente assente nell'ambiente, ciò risulterebbe una cosa positiva. Al contrario, se il rame non fosse presente in natura (condizione peraltro impossibile), si verificherebbe una grave criticità dovuta alla sua carenza, essendo fondamentale per i processi fisiologici degli organismi viventi".

 

Cosa è stato fatto finora?

Durante e dopo il rinnovo del 2018 Efsa e la Commissione Europea (assieme ad alcune autorità competenti di diversi stati Europei, tra cui l'Italia) hanno riconosciuto la necessità di aggiornare i criteri valutativi per le sostanze inorganiche.

 

"Nel 2019 - spiega Daniele Ruccia - la Commissione Europea ha incaricato Efsa di redigere una linea guida ad hoc per i metalli di transizione (di cui il rame è quello maggiormente utilizzato in agricoltura). Questo documento (noto anche come "EFSA Statement”), pubblicato a marzo 2021, introduce, come auspicato, il concetto di concentrazione biodisponibile in contrapposizione alla concentrazione totale, considerata precedentemente, e raccomanda l'utilizzo di modelli appositamente sviluppati in tal senso. 
Ora è quindi possibile per le autorità competenti procedere ad una valutazione più realistica per ogni comparto ambientale, utilizzando modelli più idonei per metallo di transizione, naturalmente presente nell'ambiente e negli organismi viventi".

 

Prima nel 2021 con il Transitional Metal Statement, l'Efsa riconosce che i metalli di transizione, come il rame, non dovrebbero essere valutati utilizzando gli stessi criteri dei composti organici a causa del loro ruolo essenziale e dei loro comportamenti unici. Nel 2023 viene pubblicatao l'Efsa Health Based Guidance Values (Hbgv) Report on Copper, un rapporto che raccomanda di rivalutare i valori di assunzione accettabili per il rame, sottolineando la necessità di metodi di valutazione specializzati.

 

C'è la possibilità che si crei un giorno un modello adatto, specifico per il rame?

"Indubbiamente sì - risponde Daniele Ruccia - come già menzionato Efsa ha riconosciuto che il rame, per le sue caratteristiche, deve essere valutato in maniera diversa dalle sostanze di sintesi. Il punto rilevante sono le tempistiche, fondamentali affinché gli agricoltori possano sfruttare a pieno le potenzialità di questo principio attivo fondamentale, ancor più oggi, vista la grande carenza di mezzi tecnici a disposizione".


E continua: "Per questo, da sempre, la Eu Cu Tf investe su studi integrativi, aggiuntivi a quelli formalmente richiesti dall'Europa, per aiutare a comprendere le particolari caratteristiche del rame. Ad esempio, Efsa richiede studi sui lombrichi della durata di uno o due anni massimo. La Eu Cu Tf sta conducendo un oneroso studio di campo, sul medesimo appezzamento, che dura da vent'anni. Dai risultati appare chiaro che la popolazione di lombrichi non subisce alcun effetto negativo dovuto all'apporto di rame fino a dosaggi che vanno molto oltre quelli attualmente autorizzati".

 

Prospettive future per il rame

Grazie ad una maggiore consapevolezza degli strumenti regolatori (classificazione, modelli per il rischio, eccetera), le prospettive future per il rame restano solide, soprattutto in un contesto di crescente domanda di sostenibilità, confermando il suo ruolo a sostegno dell'agricoltura biologica.


"L'utilizzo del rame in agricoltura biologica è la soluzione che garantisce maggior efficacia e praticità; nondimeno è la più sostenibile dal punto di vista economico - afferma Daniele, chairman della Eu Cu Tf - Negli anni le dosi sono state ottimizzate e l'apporto di rame si è notevolmente ridotto rispetto al passato. Ricordiamo che la soglia fissata alla media di 4 chili di rame per ettaro annui, è stata fissata dalle autorità sulla base del principio di precauzione, non su di una evidenza scientifica di danno ambientale".

 

E conclude: "Il rame permette all'agricoltura biologica e convenzionale di essere più sostenibile perché rimane un mezzo tecnico nella lotta contro molte malattie fungine e batteriche. Efficacia che altri principi attivi non sempre garantiscono o che possono perdere nel tempo per via dell'insorgenza di fenomeni di resistenza. Il rame è naturale e fa parte della crosta terrestre. Sicuramente, e gli agricoltori lo sanno, bisogna ottimizzare il suo impiego come, peraltro, quello di tutti i mezzi tecnici, i quali vanno usati tanto quanto basta, considerando anche l'impronta carbonica dei trattamenti".


Si fa quindi più attenzione all'efficienza d'uso. L'industria, in questo senso, sta investendo in nuove formulazioni in grado di ridurre l'impatto ambientale, in termini di quantità applicate, volumi d'acqua e resistenza al dilavamento.


Molti agricoltori biologici guardano con timore alla scadenza regolatoria del rame prevista per dicembre 2025. Una data che ha generato confusione e allarmismi, ma che in realtà rappresenta solo il termine tecnico entro cui la sostanza deve essere rivalutata. Non ci sarà alcuna esclusione improvvisa, rassicura Ruccia: "Ogni sostanza attiva ha una sua data di scadenza oltre la quale va rinnovata l'approvazione. La Commissione ha già messo al vaglio la proposta di regolamento di proroga, di cui attendiamo l'approvazione entro i prossimi mesi".

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