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Mosca dell'olivo: annata 2025, cosa fare

Il clima cambia e le condizioni più idonee allo sviluppo della Bactrocera oleae si spostano sempre più verso il Nord Italia. Tre tecnici spiegano come difendersi e perché controllare le infestazioni in maniera preventiva è meglio

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L'uso delle trappole per la lotta adulticida può essere molto efficace in un'ottica di prevenzione (Foto di archivio)

Fonte immagine: AgroNotizie®

La mosca dell'olivo è l'avversità più temuta dagli olivicoltori e, con la riduzione delle molecole autorizzate, il controllo di Bactrocera oleae richiede un approccio integrato e sempre più tempestivo. Il clima, poi, sta riscrivendo i calendari degli attacchi: se al Sud l'estate sempre più calda ne frena lo sviluppo, a Nord gli inverni miti favoriscono la sopravvivenza della popolazione svernante e la comparsa di infestazioni precoci.

 

L'insetto dannoso è un dittero tefritide che vive e si sviluppa sulle drupe dell'olivo, e trascorre l'inverno prevalentemente allo stadio di pupa nel terreno. Dalle pupe, in primavera, sfarfallano gli adulti; ogni femmina depone solitamente un solo uovo in ogni oliva e può arrivare ad infestarne alcune centinaia. Le larve si nutrono della polpa, scavando gallerie che danneggiano il frutto; causano la cascola anticipata e peggiorano sensibilmente la qualità dell'olio.


Il ciclo dell'insetto è fortemente legato all'andamento climatico. Tra 20 e 30 °C l'insetto si sviluppa e si riproduce rapidamente e in modo efficiente. Al contrario, sotto gli 8 °C o sopra i 35 °C lo sviluppo si arresta. È per questo che, durante le estati torride del Sud Italia, la pressione della mosca tende a diminuire, per poi riprendere con decisione all'inizio dell'autunno, quando le temperature tornano favorevoli. Invece, nelle regioni settentrionali, l'inverno mite può favorire la sopravvivenza delle forme svernanti e l'assenza di picchi termici estivi consente alla mosca di mantenere una presenza costante.


Ecco perché, per comprendere il comportamento della mosca, bisogna anche saper leggere i segnali che arrivano dal clima attraverso un monitoraggio costante, basato su trappole e rilievi visivi.


Per avere un primo quadro sull'annata in corso e conoscere i metodi più efficaci per il controllo abbiamo intervistato tre tecnici a rappresentanza di diverse zone d'Italia: Federico Grillo della Regione Liguria, direzione generale Agricoltura Aree Protette e Natura settore Servizi alle Imprese Agricole e Florovivaismo, Massimo Gragnani del Servizio Fitosanitario della Regione Toscana e Pasquale Ciuffreda Adis Agronomic & Digital Innovation specialist di Bayer Crop Science e olivicoltore pugliese.

 

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Regioni a confronto

Monitoraggio diffuso in Liguria

In Liguria la mosca dell'olivo è l'avversità che può causare i maggiori danni alla produzione, sia alle olive da mensa e sia da olio. Per questo l'attenzione è massima e lo spiega anche Federico Grillo: "All'argomento mosca il Settore Servizi alle Imprese Agricole e Florovivaismo dedica molte risorse: il Caar di Sarzana cura, ad esempio, il monitoraggio del fitofago. Attraverso una rete di monitoraggio costituita da 120 aziende a livello regionale, a partire da fine giugno e fino al mese di ottobre, vengono prelevati settimanalmente campioni di olive per la determinazione del grado di infestazione da mosca olearia. Sulla base dei dati emersi, emettiamo bollettini informativi provinciali a cadenza settimanale, con indicazioni per la difesa. I bollettini possono essere ricevuti via email, consultati sui nostri canali Telegram e Whatsapp, sul sito e sui social del Settore e contano oltre 4mila iscritti".

 

A questa pagina è possibile trovare i bollettini informativi.


In Liguria il ciclo del fitofago, da luglio a novembre, può contare anche fino a 5 generazioni in funzione dell'andamento stagionale. La generazione che inizia a fine giugno è solitamente ben distinta ed è possibile seguirne l'evoluzione impiegando trappole per il monitoraggio; le successive tendono a sovrapporsi.


Quali sono le previsioni per la stagione 2025?
"È difficile fare previsioni - spiega Federico Grillo - perché il fattore determinante per lo sviluppo dell'insetto è l'andamento climatico dell'estate. Per esempio, nel 2023, nella maggior parte degli areali regionali litoranei e di primo entroterra, già ad agosto si erano resi necessari 2 interventi con prodotti ad azione larvicida, rendendo anche difficile il proseguo della difesa fino all'apertura dei frantoi per mancanza di mezzi tecnici. Nel 2024 invece, nella maggior parte degli areali olivicoli regionali la difesa con prodotti ad azione larvicida si è resa necessaria a partire dall'ultima decade di settembre".

 

Ad oggi, per la stagione 2025, si può dire che le condizioni ambientali sono favorevoli all'infestazione: "Nelle scorse settimane le temperature sono state favorevoli all'attività della mosca olearia e alcuni areali sono stati anche interessati da precipitazioni che possono aver favorito l'accrescimento e l'idratazione delle drupe. L'avvio delle infestazioni è stato osservato in tutti gli areali regionali a partire dalla metà di luglio. Complici anche la scarsa incidenza della mortalità da caldo (temperature massime contenute) e la carica produttiva non ottimale, le percentuali di infestazione attiva hanno raggiunto immediatamente valori molto elevati, tanto che nei nostri comunicati abbiamo consigliato trattamenti con prodotti ad azione larvicida in tutti gli areali regionali".

 

Tuttavia esistono altri fattori che possono influenzare l'entità delle infestazioni oltre al clima: "In particolare la carica produttiva, inversamente proporzionale al rischio, che nel 2025 è stata valutata dai tecnici che svolgono l'attività di monitoraggio per la Regione Liguria, da media a scarsa in funzione degli areali, con la situazione migliore nelle aree del ponente regionale. Negli areali con carica produttiva scarsa all'avvio delle infestazioni sono attese percentuali di infestazioni attiva sicuramente più elevate che nelle aree con maggior carica.

Altro fattore che può influenzare la pressione della mosca è l'abbondanza delle popolazioni iniziali, che dipende dall'abbondanza delle popolazioni nella stagione precedente, dalle temperature invernali e dalla disponibilità di olive residuali per la generazione primaverile della mosca. L'analisi di tali fattori indica che le popolazioni iniziali attese non sono sicuramente scarse".

 

Il Toscana gli inverni sono sempre più miti

Durante l'inverno 2024-2025, in Toscana, sono state registrate temperature più alte rispetto alla media climatica e nel mese di gennaio sono state registrate le temperature più alte mai rilevate in pianura in questo periodo. A queste condizioni si sono aggiunte l'assenza di ondate di freddo e una netta riduzione dei giorni molto freddi.

 

Nonostante questo, dal confronto con le stagioni precedenti emerge che l'annata 2025 ha un rischio inferiore al 2023 e al 2024.

Ce lo spiega anche Massimo Gragnani: "Rispetto alla scorsa annata il modello di rischio di infestazione della prima generazione di mosca è leggermente più basso. Naturalmente la situazione cambia sensibilmente passando dalle province costiere rispetto alla parte interna della Toscana. Il modello previsionale di rischio che utilizziamo è quello elaborato ormai diversi anni fa dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, in particolare dal gruppo di lavoro del professore Ruggero Petacchi. Il fattore climatico maggiormente correlato al rischio sono le temperature medie che si registrano tra novembre e febbraio. Altri fattori che lo influenzano sono poi l'andamento dei voli invernali, la carica residua di olive presenti sulla pianta e la carica produttiva dell'anno".

 

Il 2024 è stato caratterizzato da una produzione di olive medio alta e si è concluso con un attacco contenuto di mosca. In autunno ci sono state piogge frequenti che hanno rallentato la raccolta e ha fatto sì che venissero lasciati dei frutti sulle piante a fine inverno. Probabilmente queste olive sono state un serbatoio per l'ovodeposizione di quest'anno.

 

Ad ogni modo, al momento le condizioni sono favorevoli all'attività dell'insetto: "Dopo l'ondata di caldo verificatasi nel mese di giugno (caratterizzato da assenza di piogge e temperature massime e minime ben al di sopra delle medie stagionali), da inizio luglio si è verificato un calo termico generalizzato nelle temperature minime e massime. Ci sono stati anche eventi piovosi e la situazione è più in linea con l'andamento stagionale medio. Queste condizioni hanno favorito l'attività dell'insetto in quasi tutte le aree, diminuendone la mortalità e favorendo la crescita delle olive oltre ad aumentarne la recettività all'ovodeposizione".

 

"Dalla metà di luglio in tutte le province costiere c'è stato il superamento della soglia d'intervento ( 4-10% di infestazione attiva) - afferma Massimo Gragnani - "Nella settimana successiva anche le aeree più interne hanno registrato un aumento del livello di infestazione. Le previsioni meteo non evidenziando a breve un aumento significativo e prolungato delle temperature che possano limitare le popolazioni del parassita, mettono in allarme gli olivicoltori. Se queste condizioni continueranno durante tutto il periodo estivo si prospetta un'annata complicata per l'olivicoltura".

 

A Sud il caldo può aiutare

"La mosca è un po' in ritardo rispetto all'anno scorso - racconta Pasquale Ciuffreda - Quest'anno abbiamo avuto alte temperature a giugno in Puglia, Molise ed Abruzzo che hanno limitato le prime precoci ovodeposizioni. A inizio luglio però, c'è stato un abbassamento termico dovuto a una perturbazione che ha fatto superare le soglie in alcune zone ed in oliveti scarichi e con drupe recettive, in particolare nel Sud dell'Abruzzo e nel Nord della Puglia. È probabile che in altre zone non ci sia stata ancora una partenza dell'attacco perché continua a fare caldo".

 

Il ruolo dei cambiamenti climatici

Come già accennato, con il cambiamento delle condizioni climatiche sembra che l'areale vocato alla coltivazione dell'olivo si stia lentamente spostando verso Nord, mentre il Sud diventa sempre più inospitale allo sviluppo della Bactrocera oleae.

 

Federico Grillo ci spiega la situazione in Liguria: "Negli ultimi anni abbiamo osservato un anticipo sempre maggiore nel raggiungimento delle condizioni idonee allo sviluppo della prima generazione della mosca. Questo è stato evidenziato anche dal costante e progressivo anticipo nell'accumulo di gradi giorno nell'olivo, con l'inizio delle infestazioni osservato in alcune annate già negli ultimi giorni di giugno. Inoltre, la pressione della mosca è in aumento in tutti quegli areali interni, alcuni dei quali particolarmente rilevanti per l'olivicoltura ligure, dove storicamente la mosca arrivava solo nel periodo autunnale, e dove ora invece gli olivicoltori devono attuare tecniche di difesa già a partire dalla seconda metà di luglio".

 

In Toscana, invece: "Il cambiamento climatico ha sicuramente influito sulla fenologia dell'olivo - afferma Massimo Gragnani - anticipando la comparsa della fase in cui le drupe sono suscettibili agli attacchi di mosca. Questo anticipo obbliga olivicoltori e tecnici ad iniziare prima monitoraggi e campionamenti. Uno degli ulteriori effetti del cambiamento climatico pare sia stato quello di avvicinare i livelli di infestazione registrati nelle zone più interne a quelli delle zone di costa".

Leggi anche: Olivo, la mosca si adatta al clima che cambia

 

Strategie di difesa integrata per la mosca dell'olivo

Visto l'emergere di nuove condizioni climatiche, la lotta integrata nei confronti della Bactrocera oleae necessita sempre più consapevolezza agronomica.

Il monitoraggio degli adulti è imprescindibile, e per farlo si possono utilizzare trappole ad attrattivi feromonici, alimentari o cromotropiche. A questo si aggiungono i campionamenti visivi, fatti con frequenza settimanale, a partire dal momento in cui le condizioni divengono favorevoli all'ovodeposizione. L'obiettivo è raggiungere un certo grado di efficienza e tempestività nella difesa.

 

Vanno consultati i disciplinari di lotta integrata della propria regione che generalmente prevedono l'utilizzo di vari prodotti: polveri di roccia, rame, insetticidi di sintesi e di origine naturale, trappole a cattura massale, eccetera.

I prodotti potranno essere larvicidi (o curativi), adulticidi (o preventivi) e repellenti; affinché la lotta sia più efficace, si possono utilizzare in maniera integrata impiegando, per esempio, adulticidi o repellenti all'inizio della stagione e i larvicidi all'eventuale superamento soglia.

 

A livello agronomico, un accorgimento utile è l'inerbimento del terreno in autunno e primavera perché favorisce la presenza di insetti predatori della mosca dell'olivo, come alcuni imenotteri, carabidi e stafilinidi.

 

Inoltre, potrebbe essere molto utile anche la raccolta anticipata delle olive (negli ultimi anni già a inizio ottobre), che può generare una resa inferiore, ma anche impedire a un gran numero di larve di arrivare alla terza età e di forare le olive.


In Liguria, dove gli oliveti sono spesso piccoli e frammentati, come devono comportarsi gli agricoltori?

Federico Grillo risponde: "I consigli per la difesa riportati nei nostri bollettini e schede tecniche sono coerenti con i disciplinari di produzione integrata. Emettiamo anche un bollettino bio per coloro che intendono impiegare tecniche a basso impatto, anche se negli oliveti liguri sono difficilmente impiegabili i sistemi di difesa di tipo attract and kill e in particolare le trappole abbinate a feromoni (consigliate su superfici accorpate di almeno 3-5 ettari).


Per questo motivo, per la difesa biologica, consigliamo di sfruttare l'effetto repellente di prodotti quali polveri di roccia, particolarmente indicate tra la seconda metà e la fine di giugno per limitare lo stress da caldo, da integrare eventualmente con i prodotti insetticidi ed esche proteiche impiegabili in biologico. Poiché i prodotti di sintesi per la difesa sono limitati e, in caso di annate di alta pressione, non sufficienti a contenere la mosca fino alla raccolta delle olive, consigliamo l'integrazione con tecniche biologiche e l'impiego di esche proteiche, in particolare per il controllo della prima generazione".

 

Anche il tecnico della Regione Liguria consiglia di fare ricorso alla raccolta anticipata quando necessario: "Serve sia a ridurre i danni delle generazioni di fine estate e inizio autunno, sempre molto rilevanti, sia a ridurre il rischio di perdere il prodotto a causa di eventi estremi sempre più frequenti nel periodo autunnale. Per supportare gli olivicoltori nella valutazione dell'opportunità di ricorrere alla raccolta anticipata, a partire da metà settembre eseguiamo negli oliveti della rete di monitoraggio analisi di inolizione per fornire indicazioni circa il contenuto in olio e le possibili rese al frantoio. Anche tali dati sono riportati nei bollettini".


Anche in Toscana le sostanze e le tecniche utilizzate in biologico sono adottate dagli agricoltori che attuano la difesa integrata: "Il caolino, che quest'anno è disponibile anche con un prodotto registrato come prodotto fitosanitario oltre agli altri formulati commercializzati come corroboranti, le strategie attract and kill e la cattura massale sono utilizzate soprattutto nel biologico. Formulati a base di acetamiprid e flupyradifurone possono essere utilizzati in integrato", afferma Massimo Gragnani.

 

La difesa fitosanitaria nella pratica

Quali sono oggi le principali criticità nella gestione della mosca dell'olivo?

Pasquale Ciuffreda di Bayer Crop Science spiega che, al momento, le soluzioni per la lotta alla mosca dell'olivo sono limitate: "Dopo la revoca del dimetoato sono rimaste poche e preziose soluzioni tecniche disponibili per il controllo di Bactrocera. Per la classica lotta preventiva larvicida oggi disponiamo di due sole sostanze attive, flupyradifurone ed acetamiprid utilizzabili per un massimo di tre interventi totali". Deltametrina e gli altri piretroidi registrati hanno un'azione prevalentemente adulticida.

 

Una riduzione dei mezzi di lotta che, pur rappresentando un passo avanti dal punto di vista ambientale e della salute degli operatori, richiede un cambio culturale da parte degli olivicoltori: "Gli olivicoltori hanno poca flessibilità a cambiare la strategia di lotta contro Bactrocera. Parlo di flessibilità culturale. È ancora poco diffuso il concetto di lotta adulticida e noi tecnici abbiamo un ruolo fondamentale per guidare questo cambiamento. Chiaramente, comunichiamo i cambiamenti tecnici integrando la strategia larvicida con la lotta adulticida ed inserendo anche le soluzioni di origine naturale (biostimolanti, corroboranti, bioinsetticidi ed antagonisti microbici) che danno un buon contributo alla difesa", continua Pasquale Ciuffreda.


Il nodo cruciale è, infatti, la tempestività degli interventi e quindi anche il tecnico Bayer ribadisce l'importanza del monitoraggio e del campionamento: "Consigliamo le Decis® Trap Olivo per la strategia preventiva adulticida, ma sono anche molto utili per il monitoraggio del volo e per ottimizzare il posizionamento tecnico dei prodotti curativi larvicidi.

Il monitoraggio per ogni singolo oliveto ci consente di intervenire in maniera precoce e tempestiva in rapporto all'inizio delle infestazioni. Il monitoraggio sviluppa nell'agricoltore la cultura del posizionamento tecnico a vantaggio dell'efficacia e della riduzione degli interventi. I dispositivi Decis® Trap Olivo sono altamente innovativi grazie alla triplice modalità di azione/attrazione (alimentare, feromonica e cromotropica). La tecnologia attract and kill racchiusa in questi dispositivi, oltre agli attrattivi, si compone di una barriera insetticida di Decis® ad elevata concentrazione, in una speciale formulazione, applicata nella parte interna della cupola trasparente. Grazie a questa architettura, unica e distintiva del dispositivo Decis® Trap, gli attrattivi e l'insetticida sono al riparo dagli agenti atmosferici e dall'azione dilavante delle piogge, da cui l'alta selettività e la lunga durata d'azione (high performance).

 

I produttori hanno imparato che tenendole di gran lunga dopo il periodo di raccolta controllano la riproduzione di Bactrocera anche nel periodo invernale/primaverile, durante il quale l'insetto è presente come adulto nei nostri areali, tenendo bassa la popolazione anche durante questo periodo di riproduzione indisturbata. Le Decis® Trap sono, inoltre, facili da applicare, perché pronte all'uso e facili da controllare perché hanno un'apertura a baionetta ed una forma sferica che permette una facile conta degli individui".

 

L'uso delle trappole per la lotta adulticida può essere molto efficace in un'ottica di prevenzione ma, come spiega Pasquale Ciuffreda: "si parte a livello aziendale e insieme si costruisce un approccio che deve essere sempre più comprensoriale: operare insieme è meglio. Visto il valore tecnico, sociale ed ambientale della strategia di lotta adulticida, la tecnologia attract and kill dovrebbe essere adottata e favorita dalle organizzazioni di produttori e dalle cooperative".

 

"Io sono di origini Garganiche - racconta il tecnico Ciuffreda - e penso che in comuni con attività balneare importante (come, per esempio, Vieste, Mattinata, Peschici, Rodi, Carpino), dove arrivano tanti turisti ogni anno e dove le zone olivicole sono concentrate e delimitate da macchia mediterranea, bosco e mare, in discontinuità tra un comune e l'altro, si possano adottare progetti di abbattimento della popolazione di Bactrocera utilizzando le Decis® Trap a livello comprensoriale. Penso che lo stesso si possa fare in tanti altri comuni costieri pugliesi e/o italiani".


Ad ogni modo, dopo aver contato il numero di catture per trappola si passa al campionamento delle olive e alla verifica dell'infestazione, se è attiva o meno. "In passato con il dimetoato si trattava ad una soglia del 10% per le olive da olio, così come indicavano i disciplinari, perché questa sostanza attiva penetrava molto velocemente nella drupa ma, allo stesso tempo, durava poco (circa 10 giorni). Con le soluzioni attuali adottiamo soglie più basse, del 2-3%, perché sono più lente nella penetrazione della polpa ma durano di più (circa 20 giorni)".

 

Oltre a Decis Trap, Bayer Crop Science suggerisce l'utilizzo dei prodotti Sivanto® Prime e Decis® Evo.

"Sivanto® Prime ha avuto l'estensione di impiego su olivo nel 2021, quindi la sua affidabilità ed efficacia è ormai consolidata da diversi anni di utilizzo. È registrato oltre che per la mosca anche per sputacchina, cocciniglia, cecidomia e cotonello. Consigliamo di utilizzarlo rispettando le soglie prima indicate ed in miscela con Ambition® Aktivator che migliora la fisiologia della pianta ottimizzando le performances di molti prodotti.

Sivanto® Prime è caratterizzato da una veloce azione di blocco dell'alimentazione dell'insetto e da una lunga durata di azione, completa su uova, larve ed adulti, sia per contatto che per ingestione".


Decis® Evo è un prodotto molto attuale con una storia lunga cinquant'anni spiega il tecnico: "È registrato su diversi insetti target, in particolare per la sputacchina, quindi è essenziale nelle zone a rischio ed a lotta obbligatoria per la Xylella. Decis® Evo è a base di un unico isomero attivo e purificato di deltametrina ed ha una formulazione moderna e sicura a base acqua".


Pasquale Ciuffreda conclude dicendo: "Da produttore posso affermare che non è possibile produrre olio di qualità senza controllare bene la mosca. L'olio è frutto di spremitura e più le olive sono sane maggiore è la qualità organolettica e gustativa. Il mercato premia la qualità e rende economicamente sostenibile l'azienda. Non ci sono altre alternative, solo la giusta tecnica e conoscenza".

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