Oggi parliamo di coformulanti. E c'entra sempre il glifosate
L'Efsa pubblica il compendio dei coformulanti utilizzati nei dossier che ha valutato
Il 23 settembre l'Efsa ha messo a disposizione un database in formato excel con i dati di oltre 600 coformulanti (Foto di archivio)
Fonte immagine: Efsa
Oggi il nostro contributo è rivolto più che mai ai curiosi che vogliono saperne di più su cosa sta dietro ai prodotti fitosanitari che utilizzano nei loro campi, a quelli che li consigliano tecnicamente, a quelli che li vendono e a quelli che li demonizzano. Un po' a tutti, insomma.
I coformulanti sono indispensabili
Tutti sappiamo che senza i coformulanti, tranne pochissime eccezioni, i principi attivi non funzionerebbero o non sarebbero efficaci come dovrebbero, o avrebbero degli effetti indesiderati eccessivi.
Però il grosso delle indagini scientifiche, degli studi tossicologici e ambientali e delle valutazioni del rischio spesso non tiene sufficientemente conto delle proprietà e degli effetti indesiderati di questi indispensabili componenti delle composizioni dei prodotti fitosanitari. Avete mai fatto caso al fatto che i principi attivi microbiologici sono quasi tutti approvati come a basso rischio ma i prodotti che li contengono non lo sono quasi mai? È colpa dei coformulanti che spesso non hanno le caratteristiche per far rientrare l'intero prodotto nel ristrettissimo "club dei basso rischio".
Non dimentichiamoci che, se un prodotto a basso rischio non funziona, il bilancio tra la sua utilità e gli effetti indesiderati, che qualunque formulato comunque ha, è fallimentare, mentre se un prodotto non è a basso rischio (ma comunque accettabile) ma funziona il bilancio è positivo (perdonateci l'ovvietà).
È sempre colpa del glifosate!
Cosa c'entra questa volta il glifosate?
Nella eterna crociata contro questo indispensabile erbicida gli ambientalisti hanno messo nel mirino il fatto che nella valutazione degli effetti indesiderati di una sostanza attiva ci si focalizza principalmente sul principio attivo, ma quello che viene usato e immesso nell'ambiente è il formulato, che assieme al principio attivo contiene anche diversi coformulanti, che spesso non sono studiati così approfonditamente come la sostanza attiva.
Quindi cos'hanno escogitato? Hanno saccheggiato una rivendita di prodotti dove c'era anche il glifosate, si sono fatti arrestare apposta e hanno addotto come attenuante che volevano protestare contro il fatto che l'erbicida viene commercializzato assieme ad altri coformulanti e che il regolamento 1107/2009 prevede che anche questi ultimi non devono costituire un rischio inaccettabile per l'uomo e l'ambiente. Traducendo, significa che eventuali studi a lungo termine, che normalmente si fanno solo sulla sostanza attiva, andrebbero fatti anche per i coformulanti e/o i formulati, cosa che per questi ultimi è quasi inattuabile dal punto di vista pratico.
Da qui il tribunale francese che ha condannato il signor Blaise ha sollevato il quesito alla Corte Europea di Giustizia che il 1° ottobre 2019 ha sentenziato che quello che sta scritto nel regolamento 1107/2009 è valido e che basta applicarlo (estrema sintesi, potete leggervi la sentenza qui sotto in linkografia).
Questo ha gettato allarme tra le autorità nazionali, la commissione e l'Efsa e sono iniziate le attività di indagine su questi coformulanti misteriosi.
Dal primo compendio pubblicato dall'Efsa nel 2021 emergeva infatti che, poiché i coformulanti devono sottostare alla disciplina del Reach, solamente quelli venduti in grosse quantità (ad esempio oltre 100 tonnellate annue) dispongono di studi a lungo termine mentre per gli altri ci sono meno informazioni. Poi nel 2023 è stato pubblicato il regolamento sui coformulanti inaccettabili, che ha comportato la necessità di revocare o modificare i prodotti fitosanitari che li avevano in formula, e nel 2024 l'Efsa ha pubblicato un aggiornamento della rassegna di coformulanti valutati nella sua attività.
Parallelamente tutte le autorità hanno cominciato a chiedere ai titolari di prodotti fitosanitari che avessero un processo di valutazione in corso (es. nuova autorizzazione, rinnovo, variazione tecnica), maggiori informazioni sui coformulanti, la loro composizione (molti coformulanti sono a loro volta formulati) e le eventuali impurezze, sancendo definitivamente che le informazioni fornite attraverso le schede di sicurezza, che devono essere fornite obbligatoriamente da molti anni, spesso non sono sufficienti.
Da qui ci si è organizzati affinché i fornitori di coformulanti mandassero direttamente alle autorità le informazioni confidenziali senza divulgarle al titolare del prodotto fitosanitario (la commissione ha messo a disposizione sul suo portale un modulo – chiamato allegato alla parte C – che devono compilare i fornitori di coformulanti e le autorità).
Insomma un bel pasticcio: ritardi, scambi di prodotto e chi più ne ha più ne metta.
Il repertorio dell'Efsa
Ad alleviare gli sforzi delle autorità, dei titolari di prodotti fitosanitari e dei fornitori di coformulanti è però arrivata l'Efsa che il 23 settembre ha messo a disposizione un database in formato excel con i dati di oltre 600 coformulanti, ad uso di tutti gli addetti alla filiera, a cominciare dalle autorità che troveranno dati già valutati sui loro effetti indesiderati, ma anche i titolari di registrazione che potranno controllare le schede di sicurezza dei componenti che acquistano.
Il database non comprende tutti i coformulanti utilizzati, ma sicuramente è un buon aiuto. Si attende un analogo database dell'ente tedesco BfR, che sembra sia ancora più completo.
Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi
Sentenza Blaise
Repertorio coformulanti dell'Efsa