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Uno sguardo al futuro: parliamo di suolo. E questa volta c'entrano sia i Pfas che i rameici e gli altri antiparassitari

Verso una direttiva europea su monitoraggio e resilienza dei suoli. Manca solo il voto del Parlamento Europeo per l'approvazione di un provvedimento storico

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L'obiettivo della Legge sul Monitoraggio del Suolo è di avere suoli sani entro il 2050 (Foto di archivio)

Fonte immagine: © 994yellow - Adobe Stock

Il Consiglio dell'Unione Europea ha approvato la bozza di direttiva europea su monitoraggio e resilienza dei suoli, che finalmente dovrebbe trattare allo stesso modo tutte le sostanze, indipendentemente da cosa riportano in etichetta, valutandole solo per la loro pericolosità e i rischi correlati al loro utilizzo. Il suolo è una risorsa preziosissima, indispensabile, insostituibile e limitata e come tale va protetto, sia dalla contaminazione che dall'eccessivo consumo a opera della cementificazione selvaggia.

 

Ma cosa prevede questa direttiva?


La Legge sul Monitoraggio del Suolo introduce un approccio coordinato basato su tre pilastri principali: monitoraggio, resilienza e gestione dei siti contaminati.


Monitoraggio armonizzato in tutta l'Ue

Gli Stati membri dovranno istituire sistemi di monitoraggio per valutare la condizione fisica, chimica e biologica dei loro suoli, basandosi su una metodologia comune. Questo garantirà la raccolta di dati comparabili a livello europeo, essenziali per intraprendere azioni coordinate contro il degrado. Il monitoraggio includerà anche l'analisi di contaminanti emergenti (in realtà è da un po' che sono emersi…) come Pfas, antiparassitari (è da mo che sono presenti…) e microplastiche.

 

Non che i monitoraggi adesso non si facciano, solo che sono un po' a macchia di leopardo, dove sono i Paesi del Nord Europa a fare sempre da apripista, mentre i Paesi del sud Europa, tranne poche eccezioni, inseguono sempre.


Valutazione e sostegno alla salute del suolo

La direttiva definisce "descrittori" comuni (ad es. carbonio organico, salinizzazione, compattazione) e introduce classi per descrivere la salute del suolo. Saranno stabiliti valori target a livello Ue e valori soglia a livello nazionale, che attiveranno misure di sostegno per i proprietari e i gestori dei terreni al fine di migliorare la salute e la resilienza del suolo. Questo supporto includerà consulenza, formazione, promozione della ricerca e accesso ai finanziamenti disponibili.

 

Speriamo che tutto sia gestito in modo trasparente, ci vengono già un po' di brividi…


Gestione dei siti contaminati

Viene introdotto un approccio graduale e basato sul rischio per identificare e gestire i siti contaminati, spesso eredità di passate attività industriali o militari. Gli Stati membri dovranno creare e mantenere un registro pubblico online dei siti potenzialmente contaminati e contaminati, garantendo trasparenza e consapevolezza.

 

L'approccio rispetta il principio "chi inquina paga", ma prevede anche l'uso di fondi pubblici e dell'Ue per i casi in cui non sia possibile identificare un responsabile. Come prima: speriamo!

 

Mitigazione del consumo di suolo

La direttiva introduce principi per mitigare l'impatto del consumo di suolo, con un'attenzione particolare all'impermeabilizzazione (copertura con materiali come cemento o asfalto) e alla rimozione del suolo. Gli Stati membri dovranno considerare una "gerarchia" di azioni prediligano la lotta all'impermeabilizzazione, il riutilizzo di aree già edificate e la riqualificazione di siti dismessi (brownfields).


Provvedimento buonista

Il compromesso raggiunto non prevede sanzioni per agricoltori e gestori di terreni, ma solamente nel caso dei siti contaminati, secondo il principio di “chi inquina paga”, enunciato moltissimo ma applicato un po' meno.

 

Lo spirito della direttiva è indirizzare le autorità a prendere i giusti provvedimenti per garantire la salvaguardia di questo preziosissimo patrimonio.

 

Il monitoraggio a livello generalizzato permetterà di segnalare, senza distinzioni, contaminanti provenienti da fonti diverse, senza gettare la colpa sui prodotti regolamentati che sono i più monitorati di tutti.


Next steps

Dopo il voto del Consiglio dell'Unione Europea, nelle prossime settimane è attesa la decisione finale del Parlamento Europeo. Una volta entrata in vigore, gli Stati membri avranno tre anni per recepire le nuove norme nel diritto nazionale. Sarà sufficiente una direttiva o sarebbe stato meglio un regolamento?

 

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi

Comunicato stampa del Consiglio

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