2025
21

Cimice asiatica, le prime prove di controllo simbiotico su nocciolo

Abbiamo intervistato la professoressa Elena Gonella dell'Università di Torino che ha seguito la sperimentazione in campo e la pubblicazione dei risultati ottenuti, che sembrano incoraggianti

cimice-asiatica-by-georg-buzin-wikipedia-1200x800-jpg.jpg

Un esemplare adulto di cimice asiatica (Foto di archivio)

Fonte immagine: Georg Buzin - Wikipedia

Il controllo simbiotico è una nuova frontiera della difesa delle piante che si sta sviluppando negli ultimi anni.

 

L'idea di fondo è quella di colpire un parassita, in genere un insetto o un acaro, non uccidendolo direttamente, ma attaccando i suoi microrganismi simbionti che sono vitali per il suo sviluppo.

 

Così i parassiti senza un adeguato numero di microrganismi simbionti vanno incontro a gravi problematiche di sviluppo o di nutrizione, morendo o indebolendosi così tanto da non essere più dannosi.

 

Questo metodo è stato messo a punto anche sulla cimice asiatica Halyomorpha halys, cercando di impedire la simbiosi tra le forme giovanili dell'insetto e il batterio Candidatus Pantoea carbekii, che è risultato essere fondamentale per lo sviluppo della cimice.

 

La tecnica è stata già provata e messa a punto in laboratorio dai ricercatori dell'Università di Torino che hanno visto che un concime fogliare a base di rame e zinco poteva funzionare come un disinfettante, eliminando il batterio dalle uova della cimice asiatica e impedendo così alle forme giovanili di sviluppare la simbiosi.

 

E ora questa tecnica è stata provata anche in campo su nocciolo, e i risultati sono stati da poco pubblicati sulla rivista scientifica Crop Protection

 

Così, per farci spiegare cosa è stato fatto e cosa è venuto fuori, abbiamo intervistato la professoressa Elena Gonella che ha seguito la sperimentazione.

 

Professoressa, prima di tutto, perché cercare di usare una tecnica di controllo simbiotico quando si può usare un insetticida direttamente contro l'insetto?

"Sicuramente la scelta di una lotta insetticida può apparire la scelta più immediata, ma non dobbiamo dimenticare che questo approccio presenta numerose problematiche. In primo luogo, il numero di sostanze attive a disposizione per i trattamenti diminuisce di anno in anno a causa della revoca di prodotti considerati nocivi per la salute e/o l'ambiente. Questa limitazione ci impone di usare pochi prodotti e spesso anche meno trattamenti rispetto a quanto sarebbe richiesto per garantire un'adeguata copertura stagionale. Inoltre, la ripetizione di applicazioni di sostanze con la stessa modalità d'azione ci espone al rischio di selezionare popolazioni di fitofagi resistenti agli insetticidi, vanificando di fatto l'esito stesso degli interventi.

 

Un secondo tema, ma certamente non secondario, è quello della sostenibilità ambientale, non solamente come concetto generale, pur sempre auspicabile, ma specificamente per consentire l'azione dei nemici naturali. In particolare, i rilasci di vespa samurai svolti negli scorsi anni hanno costituito una popolazione di antagonisti potenzialmente in grado di autosostenersi, a cui vengono talvolta accompagnati rilasci di parassitoidi autoctoni come Anastatus bifasciatus. Questi, a loro volta, si sommano ai parassitoidi naturalmente presenti nei nostri ambienti.

 

Non sostenere l'azione di questa vasta comunità di limitatori, riducendo il più possibile l'applicazione di insetticidi che spesso non sono sufficientemente selettivi, rappresenta un danno non solo per il singolo agricoltore, ma per l'intero territorio che vedrebbe vanificati gli sforzi fatti negli scorsi anni nella direzione del controllo biologico".

 

Cosa avete fatto in questa prova?
"Quello che abbiamo voluto verificare era la reale efficacia del controllo simbiotico in corileto, tenendo conto della difficoltà a raggiungere le ovature deposte sulla chioma con i trattamenti simbionticidi. Per fare questo abbiamo predisposto una serie di ovature di cimice asiatica, ottenute in laboratorio, su supporti artificiali muniti di cartine idrosensibili, che sono state posizionate in un corileto sottoposto a trattamenti simbionticidi in condizioni realistiche, ovvero impiegando la stessa irroratrice usata per i trattamenti convenzionali.

 

Le ovature sono state distribuite in varie posizioni sulla chioma: in alto e in basso, al centro della chioma e all'esterno, in direzione dell'interfila oppure sulla fila; sono inoltre state disposte su una fila centrale e su una fila di bordo. Subito dopo i trattamenti, i supporti con le ovature sono stati rimossi e portati in laboratorio per verificare la percentuale di bagnatura e la mortalità indotta nelle neanidi nate dalle ovature trattate. L'obiettivo era verificare in che misura le ovature fossero raggiunte dai trattamenti simbionticidi in relazione alla loro posizione sulla chioma e nel corileto, e quanto il trattamento influisse sulla mortalità delle neanidi, oltre all'effetto sulla densità del simbionte nelle cimici emerse da quelle ovature.

 

In un secondo momento, come emerge da un secondo lavoro che abbiamo recentemente pubblicato sulla rivista Insects, abbiamo misurato l'effetto dei trattamenti simbionticidi sull'abbondanza e diversità dell'entomofauna nel suo complesso durante la stagione, con l'obiettivo di misurare, oltre all'efficacia dei trattamenti, anche la loro compatibilità con il mantenimento della biodiversità e dei servizi ecosistemici ad essa correlati".

 

supporto-sperimentale-ovature-cimice-by-disafa-1200x800-jpg.jpg

Uno dei supporti idrosensibili con le ovature di cimice usato nella sperimentazione

(Fonte: Disafa - Università di Torino)

 

Cosa avete osservato?
"La prova di valutazione dell'efficacia in campo ha dato dei risultati interessanti, in parte conformi alle aspettative. Infatti, abbiamo notato una grande variabilità nella percentuale di bagnatura ricevuta dalle ovature in relazione alla loro posizione sulle piante, con una differenza significativa tra le ovature poste al centro della pianta, che erano le più bagnate, e quelle posizionate esternamente sul lato della fila. Le ovature poste esternamente, ma di fronte all'interfila, hanno mostrato una percentuale di bagnatura intermedia. Questo risultato era sicuramente atteso.

 

Quello che ci ha stupito invece è stata l'assenza di una correlazione tra il livello di bagnatura dell'ovatura e la mortalità indotta nelle neanidi nate da quella stessa ovatura, con percentuali di neanidi morte entro 7 giorni per ovatura che si attestavano sempre tra il 40 e il 60%, indipendentemente da quanto intensamente fossero state raggiunte dal trattamento. Questa percentuale di mortalità, per quanto non abbattente, è sempre risultata significativamente superiore a quella ottenuta per le ovature di controllo che avevamo posizionato su noccioli non sottoposti ad alcun trattamento. Inoltre, abbiamo dimostrato, tramite analisi molecolari in laboratorio, che le neanidi morte avevano ottenuto una quantità significativamente inferiore del simbionte rispetto a quelle sopravvissute, a conferma del fatto che la mortalità che abbiamo registrato era effettivamente dovuta a un effetto simbionticida e non ad un altro tipo di tossicità.

 

Lo studio sull'effetto del controllo simbiotico sulla biodiversità di insetti nel corileto ci ha confermato che questa tecnica è perfettamente compatibile con il mantenimento delle comunità naturali, dal momento che non prevede un effetto direttamente insetticida. Infatti, confrontando in corileto la diversità a livello di famiglia degli insetti campionati sulla chioma di noccioli trattati con il controllo simbiotico con quella di noccioli non sottoposti ad alcun trattamento e altri trattati con piretroidi, è stato possibile osservare una totale analogia tra i risultati delle parcelle sottoposte al trattamento simbionticida e quelle non trattate, con valori di biodiversità sempre superiori a quelli corrispondenti al trattamento insetticida".

 

Dai risultati che avete ottenuto si può pensare di usare questa tecnica per il controllo della cimice sui noccioli?
"I risultati che abbiamo ottenuto sono senz'altro molto promettenti, soprattutto se pensati nell'ottica di una gestione integrata volta in particolar modo a favorire l'azione dei nemici naturali. Quando abbiamo misurato l'effetto del controllo simbiotico sulla produzione di nocciole, abbiamo sempre notato, nel corso di un quinquennio, che in corileti sottoposti a questa pratica la percentuale di nocciole cimiciate è significativamente inferiore al controllo non trattato.

 

Bisogna dire che questa riduzione non è sempre paragonabile a quella che possiamo ottenere tramite l'uso di piretroidi. Infatti, nel corso degli anni abbiamo assistito a una certa variabilità dell'efficacia del controllo simbiotico in relazione alle condizioni ambientali e alle fluttuazioni della popolazione iniziale di cimice asiatica. Quando le condizioni sono meno favorevoli alla cimice e quindi la pressione dell'insetto non è molto alta, il controllo simbiotico si rivela altamente efficace anche in assenza di altre misure. Se invece abbiamo popolazioni consistenti, il controllo simbiotico da solo non riesce a garantire una riduzione del danno significativa.

 

In casi del genere, questo metodo deve essere visto come un supporto che complementa altre strategie, soprattutto il controllo biologico, ma senza escludere per forza la lotta chimica. Ad esempio, abbiamo dimostrato che un protocollo di gestione ottimale potrebbe prevedere un'applicazione di un adulticida abbattente (ad esempio con piretroidi) alla comparsa degli adulti svernanti in campo, prima dell'inizio delle ovodeposizioni, seguito da 4 trattamenti simbionticidi a cadenza decadale a partire dall'inizio delle deposizioni (indicativamente fine giugno, per circa un mese). Questo protocollo consente di diminuire fortemente la popolazione iniziale della cimice, senza andare ad impattare sull'eventuale presenza dei parassitoidi oofagi, il cui ingresso in corileto avverrà dopo l'inizio delle deposizioni. In un secondo momento, la popolazione più bassa potrà essere più facilmente tenuta sotto controllo dal controllo simbiotico, possibilmente supportato dall'azione dei nemici naturali".

 

Avete intenzione di fare altre prove su altre colture?
"In effetti nel corso degli anni abbiamo già avuto modo di esaminare l'efficacia del controllo simbiotico in altre colture, come diverse pomacee e la soia. Potenzialmente questo approccio può essere riportato anche in questi settori, per quanto ci siano delle differenze legate alle specificità delle singole colture. Ad esempio, su pero è necessario impiegare dosi ridotte del concime fogliare per minimizzare il rischio di fitotossicità, e questo può limitare l'efficacia dei trattamenti. Inoltre, il periodo di esposizione alla cimice è più lungo rispetto a quanto accade in corileto, e quindi sarebbe necessario un maggior numero di trattamenti, con un maggiore costo per l'agricoltore.

 

Molto importante è il contesto territoriale e le colture adiacenti, che possono favorire i movimenti della cimice in tempi diversi, potenzialmente fornendo dei bacini di infestazione a causa delle possibili immigrazioni dall'esterno, oppure possono allontanare la cimice dalla coltura in determinati momenti in base alla fenologia delle colture adiacenti.

 

Un ultimo problema, che riguarda in realtà tutte le colture compreso il nocciolo, è il rapporto tra l'abbondanza di Halyomorpha halys e altri pentatomidi in campo. Infatti, abbiamo osservato che le altre cimici sono meno sensibili al controllo simbiotico rispetto a Halyomorpha halys, per cui in caso di forti infestazioni con pentatomidi autoctoni, il controllo simbiotico rischia di essere meno efficace. Ad empio, abbiamo dimostrato su soia che uno stesso trattamento simbionticida riduce la popolazione di Halyomorpha halys ma non quella della cimice verde Nezara viridula. Se la popolazione di cimice asiatica è prevalente rispetto alla cimice verde, allora il controllo simbiotico sarà efficace, mentre se la cimice verde prevale, anche riducendo la popolazione di Halyomorpha halys avremo una scarsa riduzione del danno alla produzione.

 

In sintesi, possiamo affermare che la nostra esperienza ci ha già portato a dimostrare che il controllo simbiotico può funzionare in diverse realtà colturali, ma che deve essere valutato caso per caso perché numerosi parametri ne possono influenzare l'efficacia".

 

A livello normativo, oggi si potrebbe già usare questa tecnica o c'è bisogno che venga registrato un prodotto specifico per questo uso?
"Le problematiche normative rappresentano un'ultima battaglia ancora aperta per la piena diffusione del controllo simbiotico. Di fatto è materialmente possibile fin da ora applicare il controllo simbiotico, ma ad oggi non esiste un prodotto formalmente registrato per questo scopo. Ad esempio, il concime fogliare è appunto un concime, mentre un altro prodotto rivelatosi efficace è un fungicida-battericida a base di Bacillus amyloliquefaciens, quindi anche in questo caso non c'è una registrazione specifica.

 

Pertanto, l'agricoltore che voglia seguire questa strada può farlo solo traendo vantaggio da eventuali necessità aggiuntive della coltura (come la necessità di ricevere una concimazione fogliare o di ricevere protezione da avversità di origine microbica) per sfruttare anche l'effetto accessorio simbionticida. Sicuramente, un adeguamento normativo in tempi brevi sarebbe altamente auspicabile, così come l'adeguamento delle etichette dei formulati includendone le caratteristiche simbionticide, anche se quest'ultimo processo è una via complessa e onerosa per le aziende produttrici".

In questo articolo

Suggerimenti? Pensi che le informazioni riportate in questa pagina siano da correggere? Scrivici per segnalare la modifica. Grazie!

I nostri Partner

I partner sono mostrati in funzione del numero di prodotti visualizzati su Fitogest nella settimana precedente

Fitogest® è un sito realizzato da Image Line®
® marchi registrati Image Line srl Unipersonale (1990 - 2025)

Utilizzare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell'uso leggere sempre l'etichetta e le informazioni sul prodotto. Si raccomanda di porre la dovuta attenzione alle frasi ed ai simboli di pericolo che compaiono nell'etichetta ministeriale.