Cinipide del castagno, come favorire e diffondere l'antagonista in campo
Il Servizio Fitosanitario Regionale della Toscana, insieme al Crea, ha pubblicato un protocollo per garantire una migliore diffusione e presenza di Torymus sinensis, l'imenottero parassitoide chiave per la lotta biologica nei castagneti
Una galla di cinipide su una foglia di castagno
Fonte immagine: B. Schoenmakers - Wikipedia
La lotta biologica al cinipide del castagno si è rivelata la strategia vincente per risolvere il problema e riportare i castagneti in salute e in buone condizioni produttive.
Una strategia che si basa sul rilascio nell'ambiente di Torymus sinensis, un piccolo imenottero antagonista del cinipide.
Questo imenottero ricerca attivamente le galle e ci depone le sue uova, in modo che le sue larve si nutrano di quelle del cinipide, uccidendole.
Nelle zone in cui l'antagonista è stato rilasciato in maniera opportuna e si è ambientato bene, i risultati sono stati ottimi, come nel caso della Toscana dove, dopo pochi anni dall'inizio della lotta biologica, i danni sono calati e oggi le popolazioni del cinipide sono tenute sotto controllo e i castagni sono tornati in salute.
Sulla base di questo successo, il Servizio Fitosanitario Regionale della Toscana insieme al Crea Difesa e Certificazione ha pubblicato un protocollo per dare indicazioni su come favorire la presenza dell'antagonista nei castagneti.
In alcune zone, infatti, ci possono essere dei fenomeni di attacco del cinipide a causa di un calo della popolazione di Torymus sinensis, probabilmente dovute a condizioni ambientali poco favorevoli all'antagonista.
In particolare l'ipotesi principale è che basse temperature e eccessiva umidità possano danneggiare le forme svernanti di Torymus sinensis che passano l'inverno nelle galle che hanno parassitizzato.
L'idea proposta è quella di mettere in pratica dei semplici accorgimenti per conservare, proteggere e diffondere le galle in cui sverna l'antagonista in modo da facilitarne la sopravvivenza e la diffusione.
In inverno infatti, come sottolineano i ricercatori del Crea e i tecnici del Servizio Fitosanitario, nelle galle sono presenti solo esemplari dell'antagonista e non del cinipide, quindi non c'è il rischio di propagare il parassita.
La prima cosa da evitare è l'abbruciamento dei residui di potatura o di foglie dei castagni, che ovviamente porta alla distruzione delle eventuali galle presenti.
Per diffondere l'antagonista, invece, il consiglio è quello di raccogliere le galle nei castagneti più sani e portarle in quelli dove ci sono problemi di attacco del cinipide.
In particolare, si possono raccogliere in autunno le galle presenti sulle foglie, che sono quelle che possono avere i maggiori rischi di mortalità per T. sinensis, visto che cadono a terra, accumulandosi e rimanendo in condizioni di elevata umidità, magari marcendo pure.
Si possono raccogliere anche le galle presenti sui rami, magari su quelli potati; l'importante è raccogliere le galle dell'anno, quelle che si sono formate a primavera, e non quelle vecchie dove l'antagonista con tutta probabilità non sarà presente.
Una volta raccolte, le galle devono essere portate nei castagneti dove si vuol aumentare la presenza di T. sinensis e conservate all'aperto, ma in un luogo riparato, come sotto tettoie, gazebi, metati spenti, in modo che siano già presenti per la successiva bella stagione.
Si tratta quindi di accorgimenti semplici e utili, applicabili da tutti, che non comportano rischi e che possono tornare molto utili non solo per i propri castagni, ma per tutti quelli della zona.