Tignola della Vite Eupoecilia ambiguella, Clysia ambiguella

Classificazione: Insetti > Tignole

Lepidottero cochilide ampelofago (che vive a spese della Vite) diffuso in Italia settentrionale ove compie due generazioni all'anno (spesso in concomitanti con quelle di Lobesia botrana). Gli adulti sono farfalle di dimensioni medio-piccole (10-15 mm di apertura alare) con ali anteriori di colore giallastro dotate di striscia trasversale bruno-nerastra, posta nella parte mediana. Le ali posteriori sono grigio-giallastre.

Le larve di prime età, inizialmente molto chiare, assumono una colorazione più intensa virando ad un tono variabile dal verdastro, al violaceo, al bruno-rossastro, per una lunghezza di 10-12 mm).

Le uova hanno forma lenticolare, leggermente ellittiche, di circa 0,6 x 0,8 mm), di colore bianco-giallastro; subito prima della schiusura compaiono numerose macchie di colore giallo-arancione.

Biologia

 Sverna come crisalide nelle anfrattuosità della corteccia della pianta e in altri rifugi presenti nel vigneto (pali di sostegno in legno, vecchi ceppi, ecc.). Gli adulti compaiono ad aprile-maggio con le femmine che ovidepongono sui grappolini fiorali, dando così origine alla prima generazione di larve antofaghe (che si cibano delle parti fioriali). tali larve si incrisalidano nel grappolino fiorale ed i successivi adulti comaiono fra giugno e luglio. Questi nuovi individui ovidepongono a loro volta sui grappolini già formati, dando inizio alla seconda generazione di larve carpofaghe. Queste larve sono caratterizzate da un ciclo di accrescimento più lento, tanto da protrarsi fino ad ottobre. Le larve di seconda generazione generano le crisalidi svernanti.

Danni causati

 L'attività trofica delle larve della prima geneazione è riconoscibile per la presenza di glomeruli nei grappoli (che difficilmente si associa a danni economici di rilievo). Le larve di seconda generazione possono arrecare danni rilevanti per la perdita in peso dei grappoli, e dal conseguente insediamneto di malattie fungine. le larve di terza generazione provocano erosioni superficiali sugli acini maturi aprendo la strada alla comparsa di patogeni fungini, all'attacco di drosofile e di vespe.

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