Cicadella bufalo Stictocephala bisonia

Classificazione: Insetti > Cicaline

Rincote membracide che attaca vite, melo, pero e raramente altri fruttiferi (drupacee); è diffusa soprattutto in nord Italia. In genere non è causa di danni rilevanti in quanto parassitizzato efficacemente dall’imenottero Polynema striaticorne.

Gli adulti, dalla forma singolare, sono grandi 8-10 mm e dal colore verde o verde-marroncino; la particolarità della loro forma è data dal loro torace particolarmente sviluppato in altezza formante una specie di gobba triangolare sopra la testa; alle estremità di tale 'gobba' vi sono due protuberanze simili a corna, per tale motivo ricorda un bufalo. Le uova si ritrovano raggruppate entro degli incavi scavati sui rami. 

Biologia

La cicadella compie una generazione all’anno e sverna come uovo; in primavera le neanidi (forme giovanili) si lasciano cadere a terra dai fruttiferi per spostarsi su piante erbacee, molto spesso leguminose da foraggio, per compiere il loro sviluppo. Durante il mese di luglio gli adulti formatisi ritornano su vite e fruttiferi per accoppiarsi e ovideporre. 

Danni causati

I danni provocati da questo insetto avvengono sia durante la nutrizione, con le punture, che durante la deposizione delle uova, in quanto le depone conficcandole all’interno dei rametti. Durante la nutrizione effettua una serie di punture con andamento ad anello attorno ai giovani tralci non ancora lignificati provocando una strozzatura o un rigonfiamento dei tessuti (dovuto alla reazione dei tessuti vegetali alla presenza del fitofago); in ogni caso rallenta lo sviluppo del tralcio e provoca degli ingiallimenti o arrossamenti fogliari, a seconda che il vitigno sia rispettivamente a bacca bianca o rossa. I danni non risultano gravi nei vigneti in produzione mentre in quelli giovani possono risultari più seri in quanto ostacolano l’accrescimento, ritardando la formazione della pianta. Le ovideposizioni, in genere più frequenti sui fruttiferi, causano la formazione di ferite longitudinali al ramo con delle rugosità laterali; i cancretti che si formano ostacolano il normale sviluppo dei rametti a causa dell’impedimento del flusso linfatico e nel caso di numerose ovideposizioni il rametto dissecca. Le ferite causate dalla deposizione delle uova diventano ottime vie di penetrazione per patogeni fungini causanti cancri rameali e carie. 

Interventi agronomici

Durante le fasi di potatura è importante rimuovere i rami che portano le tracce delle ovideposizioni e bruciarli. Nei vivai e giovani impianti è consigliabile mantenere il terreno pulito da erbe infestanti o se vi è inerbimento è importante effettuare frequenti sfalci in modo da ostacolare l’accrescimento delle forme giovanili. 

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