Capitolo “Fitofarmaci negli alimenti e nell'ambiente” - volume unico - pag. 41-46
Autori: E. Conte , G. Imbroglini, G. Morali, S. Verdicchio
L'individuazione dell'intervallo di sicurezza di un fitofarmaco è conseguenza di quanto emerge dalla sperimentazione presentata al momento della prima richiesta di registrazione per l'impiego su una oltura determinata. Può capitare, però, che la pratica agricola evidenzi nuove necessità e possibilità che potrebbero portare ad indicazioni diverse da quanto sia fissato. Inizialmente l'intervallo di sicurezza, o tempo di carenza, veniva fissato sulla base della curva di degradazione del prodotto fitosanitario; ora si richiede esplicitamente che ci sia corrispondenza tra la buona pratica di campo, l'intervallo di sicurezza ed il limite massimo ammesso (MRL). La prova di cui si riferisce è volta a verificare la possibilità di un trattamento pi๠ravvicinato alla raccolta, su vite e pomodoro, dell'acaricida propargite. I risultati hanno evidenziato, alle condizioni della prova, che, già a sette giorni dall'ultimo trattamento, il residuo è al di sotto di quanto fissato per legge.
Parole chiave: intervallo di sicurezza, propargite, vite, pomodoro, residui
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