Capitolo “Difesa dalle malattie” - volume secondo - pag. 379-388
Autori: L. Amico, G. Deandrea, A. Morando
Nel 2019 sono state condotte due prove, rispettivamente su "Chardonnay" e "Moscato bianco", con lo scopo di confrontare l'effetto sulle caratteristiche fisico-chimiche dell'uva, sull'andamento della fermentazione alcolica e sulle qualità chimiche e organolettiche del vino da parte di diversi prodotti (Ibisco, Sonata, Vacciplant, Usbergo, Pur Apres) perlopiù applicabili in agricoltura biologica, utilizzati a fine stagione in tre interventi settimanali per la difesa antioidica a confronto con un prodotto a base di zolfo. Dai risultati è emerso che nessuno dei prodotti ha modificato in maniera significativa alcuna caratteristica fisico-chimica del mosto né ha influito sul processo fermentativo. Anche dal punto di vista analitico i vini ottenuti non hanno mostrato differenze tra loro rispetto al testimone non trattato. Le uniche differenze apprezzabili, talvolta anche statisticamente significative, sono risultate all'esame organolettico dei vini ottenuti dalle parcelle irrorate con zolfo, che presentavano, sia pure in misura variabile, sgradevoli sentori di ridotto.Parole chiave: Erysiphe necator, vite, antioidici, composti solforati, effetto sul vino
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