Lebbra dell'olivo: le sostanze attive autorizzate
Un patogeno alla volta: numerosi i formulati registrati contro la lebbra dell'olivo (Colletotrichum gloeosporioides o Gloeosporium olivarum). Dominano i rameici
Una delle patologie chiave dell'olivo è la cosiddetta lebbra, altrimenti nota come antracnosi e causata da Colletotrichum gloeosporioides. Il patogeno è riportato nelle etichette dei formulati commerciali anche come Gloeosporium olivarum. Quindi, il presente articolo è stato elaborato tramite una doppia ricerca per entrambe le diciture ufficiali.
Sintomi e danni della lebbra dell'olivo
In autunno le drupe in via di maturazione mostrano un caratteristico marciume molle che genera avvizzimenti che portano alla mummificazione delle olive.
I primissimi sintomi sono visibili sotto forma di aree rotondeggianti che sono più frequenti nella parte distale della drupa. Progredendo l'infezione, le drupe colpite vanno incontro a una diffusa cascola. Quelle che invece restano sulla pianta, per quanto minoritarie, rappresentano una importante fonte di inoculo per l'anno seguente.
Poche le pratiche agronomiche da adottare, come per esempio la scelta di varietà più tolleranti e la buona gestione delle chiome. Numerose sono invece le soluzioni proposte dalla fitoiatria.
I fungicidi disponibili contro la Lebbra dell'olivo
A seguire sono riportate le sostanze attive contenute nei formulati commerciali al 17 luglio 2024 riportati su Fitogest® come autorizzati in Italia su olivo (in produzione) contro la Lebbra dell'olivo (Colletotrichum gloeosporioides). Le sostanze attive che risultano in formulati autorizzati su Gloeosporium olivarum fanno capo esclusivamente alle cinque differenti forme di rame sotto riportare.
Fra parentesi viene riportato il numero di formulati esistente per ogni sostanza attiva e/o miscela, con indicati anche gli intervalli di sicurezza (PHI). NN sta per "non necessario".
Nota bene: gli intervalli di sicurezza possono variare in funzione dei formulati, quindi si consiglia di consultare sempre attentamente l'etichetta dello specifico prodotto che si intende utilizzare. L'asterisco indica infine che i prodotti contenenti quella sostanza attiva sono autorizzati anche in agricoltura biologica.
Come consiglio generale, si avanza quello di utilizzare formulati contenenti sostanze attive dai modi d'azione complementari, al fine di ostacolare l'insorgenza di eventuali fenomeni di resistenza:
- Bacillus subtilis - QST 713 (1 formulato, PHI NN)*;
- pyraclostrobin (1 formulato, PHI 100 giorni);
- rame idrossido (5 formulati, PHI 14 giorni)*;
- rame idrossido + rame ossicloruro (4 formulati, PHI 14 giorni)*;
- rame ossicloruro (17 formulati, PHI 14 giorni)*;
- rame ossido (1 formulato, PHI 14 giorni)*;
- solfato di rame neutralizzato (14 formulati, PHI 14 giorni)*;
- solfato tribasico di rame (8 formulati, PHI14 o 20 giorni)*;
- tebuconazolo + trifloxystronin (1 formulato, PHI NN: da ripresa vegetativa a pre-fioritura);
-
dodina (9 formulati; PHI 7 giorni);
-
zolfo (5 formulati, PHI NN)*.
Nota: per consultare i prodotti a base delle sostanze attive sopracitate, cliccare il pulsante "Trova i prodotti a base di..." nella pagina corrispondente su Fitogest®.
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Questo articolo è stato modificato dopo la pubblicazione in data 29 luglio 2024. In particolare, sono state aggiunte due sostanze attive, dodina e zolfo, ed è stato inoltre corretto il link della miscela tebuconazolo + trifloxystronin.