Cascola dell'olivo, che cos'è e come si previene
L'olivo è una pianta che può andare incontro a due tipologie di cascola. Una fisiologica, per equilibrare il carico produttivo, la seconda invece dannosa per la produzione e causata da stress di varia natura. Ecco come evitare questo secondo tipo di cascola
La cascola è uno dei fenomeni che preoccupa di più gli olivicoltori, che si allarmano quando vedono le olive staccarsi dai rami apparentemente senza motivo e cadere al suolo. Come ci spiega però Veronica Vizzarri, ricercatrice del Centro Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura del Crea, farsi prendere dal panico non è mai una buona soluzione, poiché è sempre necessario andare ad individuare la causa della perdita di drupe, che può essere fisiologica (naturale) oppure causata da stress di vario genere.
La cascola fisiologica delle olive avviene in due momenti distinti. Dopo l'allegagione e all'inizio della maturazione. In queste fasi la pianta regola il carico produttivo sulla base delle risorse che ha a disposizione. Dopo la fioritura, infatti, il numero di frutticini presenti sulle branchette può essere superiore rispetto alle capacità della pianta di sostenerne la crescita. Se dunque non ci fosse la cascola, lo sviluppo delle olive sarebbe stentato e si arriverebbe a fine stagione con un raccolto tutt'altro che soddisfacente. Ad influenzare questa tipologia di cascola ci sono diversi fattori, come la disponibilità di nutrienti, di acqua, di luce solare, di ormoni, la varietà, eccetera.
Un'altra tipologia di cascola fisiologica, ci spiega Veronica Vizzarri, è quella pre raccolta. Meno abbondante della precedente, questa cascola serve alla pianta per sbarazzarsi di quelle olive che non hanno avuto uno sviluppo corretto e che quindi l'olivo non intende portare a maturazione.
In entrambi i casi, la cascola è un fenomeno naturale, di cui non bisogna allarmarsi e che anzi serve alla pianta per concentrare le proprie energie sulle olive rimaste sulla chioma.
La cascola da stress, un fenomeno evitabile
Situazione ben diversa è quella rappresentata dalla cascola causata da stress abiotici (caldo e freddo intensi, carenza di acqua, salinità, eccetera) e biotici (attacchi di insetti, batteri e funghi). "Nonostante la mosca delle olive sia l'insetto chiave dell'ecosistema oliveto, il maggior nemico responsabile della cascola è la generazione carpofaga della tignola dell'olivo. Le larve di questo microlepidottero provocano una cascola anticipata delle drupe in quanto vengono lesi i tessuti del peduncolo", ci spiega Veronica Vizzarri.
"L'olivo è una pianta piuttosto rustica e resiliente, in grado di gestire piuttosto bene certe tipologie di stress, come quelle da caldo. Tuttavia, quando si somma l'effetto di due o più fonti di stress, ad esempio il caldo e la mancanza di acqua, e attacchi da parte di insetti come, ad esempio, il tripide dell'olivo, si può assistere ad una cascola consistente".
Come detto, gli stress abiotici e biotici possono essere molteplici. Vediamo i principali.
Carenza idrica e temperature elevate, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, impediscono il corretto sviluppo dei frutticini, soprattutto se si presentano dopo l'allegagione, quando la pianta è più suscettibile. Man mano che la stagione avanza le drupe resistono meglio a questi stress che, tuttavia, se si protraggono nel tempo possono causare la cascola.
Per tutelare la produzione si può quindi ricorrere all'irrigazione, quando disponibile, e anche all'uso di polveri di roccia (come il caolino o le bentoniti) che riflettendo i raggi solari aiutano la pianta a termoregolarsi. Anche i biostimolanti, se somministrati per tempo, possono aiutare la pianta che, tuttavia, come spieghiamo in questo articolo, è già ottimamente attrezzata per affrontare climi caldi e siccitosi.
Uno dei principali fattori che causa la cascola è la generazione carpofaga della tignola, in secondo piano c'è invece la mosca dell'olivo (Bactrocera oleae). Questo insetto, principale avversità contro cui combatte l'olivicoltore, depone le proprie uova sotto l'epidermide delle drupe. Le larve che fuoriescono si sviluppano a scapito della polpa, causando perdite di produzione e l'avvio di fenomeni ossidativi, nonché facilitano l'attacco di funghi e batteri che causano uno scadimento della qualità dell'olio.
Le drupe colpite dalla mosca sono facilmente soggette a cascola che, solitamente, si verifica in prossimità della maturazione, quando le temperature miti dell'autunno aumentano la pressione dell'insetto sulle piante. La strategia migliore per evitare questo tipo di cascola è l'adozione di un'attenta strategia di difesa, coerente con il regime di produzione (biologico o integrato) e gli obiettivi aziendali.
Ma anche attacchi da parte di funghi, come quello responsabile della lebbra, possono provocare il distacco delle olive. In tutti questi casi la soluzione migliore è approntare una difesa fitosanitaria corretta ed attenta anche se, di solito, questi fattori biotici provocano una cascola più consistente solo quando si presentano insieme ad altre fonti di stress.
L'ultimo fattore di sofferenza per le piante e molto temuto dagli olivicoltori è la cascola in autunno-inverno, dovuta a forti venti che agiscono come scuotitori.
In generale, poi, va ricordato che una gestione scorretta dell'impianto da parte dell'olivicoltore può provocare una cascola più o meno consistente. Un esempio è rappresentato dai trattamenti fitosanitari eseguiti in maniera scorretta, con dosi più alte rispetto a quelle di etichetta o con volumi di acqua non adeguati.
"Il modo migliore per contrastare la cascola non fisiologica è evitare alla pianta fenomeni di stress", conclude Veronica Vizzarri. "Questo significa fornire una corretta gestione dell'oliveto, ovvero una nutrizione equilibrata nei tempi corretti, procedere a potature regolari, effettuare i trattamenti fitosanitari a regola d'arte, proteggere la pianta dal caldo eccessivo o dalla mancanza di acqua. Se dunque si mette l'olivo nelle condizioni di produrre bene si può star certi che la cascola avrà un impatto trascurabile".