Tignola rigata della vite: gli insetticidi disponibili
Un parassita alla volta: Cryptoblabes gnidiella, o tignola rigata della vite, conta su poche soluzioni insetticide. Scopriamo quali

Un parassita alla volta: la tignola rigata della vite
Fonte immagine: AgroNotizie® (modificata)
Fra i molti parassiti che attaccano la vite da vino ve n'è uno assurto solo da qualche anno ai disonori della cronaca, ossia Cryptoblabes gnidiella, alias tignola rigata della vite. Questo lepidottero è particolarmente pericoloso poiché le sue infestazioni si sviluppano all'interno dei grappoli e quando si realizza di avere un ospite indesiderato è tardi per effettuare un trattamento. Per lo meno, è tardi perché tale trattamento risulti efficace come si vorrebbe.
La lotta all'insetto deve essere quindi di tipo preventivo, monitorandone i voli e verificandone periodicamente la presenza in campo. In tal modo è possibile applicare i più opportuni insetticidi quando ancora possono arrestare le proliferazioni del parassita.
Tignola rigata della vite: le soluzioni disponibili
Contro Cryproblabes gnidiella sono al momento riportate 8 sostanze attive contenute nei 31 formulati commerciali al 5 giugno 2025 riportati su Fitogest® come autorizzati in Italia su vite da vino.
Nel computo, anche i formulati, quindi le loro sostanze attive, nella cui etichetta compaia la generica dicitura "tignole" senza uno specifico riferimento a Eupoecilia ambiguella, come avviene per esempio in alcuni formulati a base di cipermetrina o di deltametrina.
Va da sé che l'applicazione a piena chioma di un piretroide in vigneto non incontra molto i favori dei più moderni criteri di lotta integrata, soprattutto quando i trattamenti siano effettuati contro lepidotteri che attaccano solo i grappoli.
Nota di colore
Chi scrive sa però che qualche agricoltore hobbista, particolarmente fantasioso nel senso buono del termine, usa barre verticali in luogo degli irroratori centrifughi, con ventola, tenendo aperto un solo ugello per parte in modo da irrorare solo la fascia in cui ha lasciato saggiamente penzolare i grappoli. Questi ultimi risultano infatti adeguatamente esposti al trattamento grazie alle più opportune potature. In tal modo l'applicazione non viene effettuata a piena chioma, minimizzando gli effetti collaterali per l'artropodofauna utile che di norma si verificherebbero applicando un piretroide.
Se però siete viticoltori professionali - come si legge ai piedi di alcuni spot televisivi particolarmente spettacolari - "Non fatelo a casa": per quanto tale soluzione possa allettare per l'economicità del trattamento, troppe sono le implicazioni normative circa i limiti residui, il rispetto delle dosi impiegate e l'eventuale inserimento nei quaderni di campagna.
A seguire: le sostanze attive nel dettaglio
Per ogni sostanza attiva o miscela viene riportato il numero di formulati esistente al momento della pubblicazione dell'articolo, nonché i diversi intervalli di sicurezza (PHI). L'asterisco indica infine l'unico prodotto autorizzato anche in agricoltura biologica:
- Bacillus thuringiensis kurstaki - ABTS 351 (7 formulati; PHI 2 giorni)*;
- Bacillus thuringiensis kurstaki - EG 2348 (2 formulati; PHI NN, 2 giorni)*;
- Bacillus thuringiensis kurstaki - SA 12 (1 formulato; PHI 2 giorni)*;
- cipermetrina (2 formulati; PHI 14 giorni);
- clorantraniliprole (4 formulati; PHI 30 giorni);
- deltametrina (12 formulati; PHI 3 giorni);
- emamectina benzoato (1 formulato; PHI 7 giorni);
- tebufenozide (1 formulato; PHI 30 giorni).
Nota: per consultare i prodotti a base delle sostanze attive sopracitate, cliccare il pulsante "Trova i prodotti a base di..." nella pagina corrispondente su Fitogest®.
In caso fossero sfuggite alla ricerca alcune sostanze attive, si prega le aziende distributrici dei formulati che le contengono di segnalarlo cortesemente alla redazione di AgroNotizie®: redazione@agronotizie.it.
Disclaimer
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