Oidio o mal bianco Golovinomyces cichoracearum, Erysiphe cichoracearum, Oidium tabaci, Erysiphe cichoracearum f. sp. cichorii, Oidium asteris-punicei

Classificazione: Funghi > Oidio

Agente dell'odio o mal bianco ritrovabile nel nostro Paese, Cina, Francia, Giappone, India e Olanda. Si tratta di una erisifacea molto polifaga, che oltre a girasole può attaccare anche patata (piuttosto raramente), cucurbitacee, composite, varie crucifere ed altre piante. Su cucurbitacee i sintomi di E. cichoracearum possono essere facilmente confusi con le infezioni oidiche cagionate da Sphaerotheca fuliginea.
Si presenta soprattutto nella forma conidica, con conidi elissoidali, della dimensione di 25-35 x 15-25 micron, riuniti in lunghe catene.

La forma ascofora differenzia periteci di 90-130 micron, comprendenti 10-15 aschi, dotati ciascuno di 2-3 ascospore per asco. Queste ascospore sono lunghe 20-28 micron e larghe 12-18.

Biologia

Il patogeno supera la stagione invernale grazie alle non troppo abbondanti fruttificazioni ascofore ritrovabili sui residui vegetali infetti e soprattutto sotto forma di micelio su ospiti spontanei. Sull'apparato fogliare avviene lo sviluppo del micete, solitamente nella forma agamica per mezzo di un micelio ialino, superficiale, dai conidiofori eretti, dotati di catene di conidi ialini.  Questi sono privi di corpi fibrosinici (noti come corpuscoli di Zoph). Le foglie risultano poco suscettibili nella fase giovanile, divenendolo raggiuntae le 2-3 settimane di età. Molto raramente, su girasole, avviene la differenziazione autunnale degli ascocarpi. La malattia si diffonde grazie ai conidi, trasportati dal vento, che così giungono sulla superficie fogliare; qui germinano emettendo un tubulo che cresce con sviluppo ectofita (che vive sul corpo di altri organismi).

Nei tessuti dell'ospite vengono poi insinuati degli austori, tra le cellule del mesofillo, che assorbono le sostanze necessarie alla nutrizione. Gli attacchi di E. cichoracearum sono favoriti da temperature elevate (attorno ai 25°C), con alta umidità ambientale (con optimum al 70%); in campo le infezioni si sviluppano prevalentemente a fine estate-autunno. Le piogge intense e prolungate tendono a frenare lo sviluppo della malattia.

Danni causati

I sintomi dell'infestazione sono rilevabili sulle foglie, sulla pagina superiore, che presentano macchie biancastre, in un primo tempo molto numerose e di piccole dimensioni. Successivamente, con condizioni climatiche favorevoli alla crittogama, le macchie confluiscono estendendo l'alterazione a gran parte della lamina fogliare, che finisce per ricoprirsi di una leggere muffetta bianca, di consistenza farinosa, che col procedere dell'infezione assume tonalità grigiastra. Su cucurbitacee come come cetriolo, melone e zucchino, l'infezione colpisce tutte le parti epigee, in particolare le foglie. Ambedue le pagine fogliari si ricoprono di chiazze polverulente, dal colore biancastro, di forma circolare, che sovente confluiscono invadendo gran parte del lembo. Con il progredire della malattia le foglie ingialliscono e disseccano. I piccioli e i fusti mostrano alterazioni similari, ma meno evidenti.

Interventi agronomici

Negli areali in cui la malattia compare precocemente, ad inizio fioritura, è consigliabile sfalsare le semine in modo che la fioritura non avvenga nel periodo più caldo (condizione favorevole alla crittogama). orientare le scelta varietale su cultivar resistenti.

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