Capitolo “Aspetti Igienico - sanitari dei fitofarmaci” - volume unico - pag. 313-326
Autori: G. Celli, P. Giunchi
Grande importanza rivestono nel nostro Paese, in particolare in Romagna e nelle zone limitrofe delle Marche, le colture specializzate per la produzione di seme ortivo (Carota, Cipolla, Barbabietola, Ccoria, Lattuga, ecc.), nonchè, sui terreni di bonifica del delta padano, le Crucifere destinate a rifornire le industrie produttrici di olio di semi. Queste colture, unitamente alla Medica, che è entrata marginalmente nelle nostre ricerche, sono nella maggior parte dei casi, a impollinazione incrociata entomofila, o comunque attivamente visitate dagli insetti pronubi, per cui la conservazione e la protezione dei medesimi, e in particolar modo di Apis mellifera, si configura, oggi, come un problema di primaria importanza, sopra tutto nel caso che un fitofago debba essere combattuto durante la fioritura della pianta ospite. Questa congiuntura si verifica per la Carota, in Romagna, infestata da un Lepidottero Oecophoride, Depressaria marcella, e per la Colza, nel delta padano, attaccata da due Coleotteri, il Meligethes aeneus e il Ceuthorrhynchus assimilis; è stato così necessario indagare quali degli insetticidi o dei preparati microbiologici a nostra disposizione risultassero meno nocivi alle Api bottinanti su colture in fiore soggette al trattamento. Il Bacillus thuringiensis Berliner, usato contro larve di D. marcella, ha mostrato sulle Api una tossicità abbastanza elevata in laboratorio, e per contro una totale innocuità in serra e in pieno campo. L'endosulfan, considerato dagli Autori, ora più, ora meno pericoloso per le Api, scelto per combattere i due Coleotteri della Colza, è stato oggetto da parte nostra di numerose esperienze di laboratorio, di serra e di campo. Le esperienze di laboratorio sulle Api hanno rivelato che il prodotto è fortemente tossico per ingestione, contatto diretto e, in minor misura, per contatto indiretto. Le esperienze di serra hanno mostrato che l'endosulfan, irrorato su Crucifere in fiore (Rapa) e durante il volo delle Api, provoca mortalità del 6%, mentre su Leguminose in fiore (Medica), se l'irrorazione è effettuata alcune ore prima dell'inizio del volo, la mortalità scende a valori del 3%. Le esperienze di pieno campo hanno messo in luce che gli alveari colpiti direttamente dal getto insetticida soffrono vistose decimazioni, mentre Api collezionate su fiori trattati il giorno prima mostravano in claustrazione mortalità anormali. In nessun caso abbiamo potuto rilevare ripercussioni secondarie nocive sulla covata degli alveari sperimentali che, a fine anno, presentavano, quantitativamente, un buon carico di miele. Altre ricerche dovranno seguire.
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