Le necessità della lotta anticrittogamica impongono l'esecuzione durante la fioritura di trattamenti fitosanitari, magari ripetuti, su talune colture arboree - come per esempio le Pomacee e la vite -onde sorgono delle preoccupazioni a causa della eventuale fitotossicità dei rimedi sul fiore e della loro azione sfavorevole sul polline. Le interferenze della difesa antiparassitaria sulla fioritura e l'allegagione delle piante non sono sfuggite all'osservazione diretta, oppure hanno trovato conferma in apposite prove di campagna, ma tutto ciò non chiarisce le modalità attraverso cui si esplica l'influenza dei prodotti adoperati durante l'antesi, onde è stata ravvisata l'opportunità di eseguire, la scorsa primavera, un complesso di prove "in vitro" sulla germinabilità del polline in presenza di determinati anticrittogamici convenientemente prescelti. Il lavoro venne compiuto su polline di melo, pero, ciliegio, vite e olivo, utilizzando il consueto mezzo nutritivo rappresentato da acqua distillata addizionata del 10 per cento di saccarosio,1 per cento di gelatina, 0,1 per conto di acido borico, nonchè delle relative dosi di anticrittogamici.
Le osservazioni microscopiche per valutare la percentuale di germinabilità del polline avvennero su quattro vetrini "a goccia pendente" per ogni cultivar presa in considerazione. Sul polline delle Pomacee (melo e pero) venne considerata la germinabilità in presenza dei seguenti anticrittogamici : Zineb 0.2 per cento, Ziram 0,2 per cento, Melprex 0,1 per cento, TMTD 0,2 per cento; invece, su quello delle Drupacee (ciliegio e pesco) si provò l'effetto di Zineb e TMTD allo 0,2 per cento, nonchè di ossicloruro di rame allo 0,4 per cento.
Infine, circa la vite e l'olivo, si accertò la germinabilità del polline relativo in presenza di Zineb 0,2 per cento, acuprico misto 0,5 per cento e poltiglia bordolese 1 per cento.
Le indagini hanno innanzi tutto evidenziato come taluni prodotti - quali i sali di rame, il TMTD e gli acuprici misti - non si addicano per eventuali trattamenti in fioritura, in quanto capaci di annullare totalmente la germinabilità del polline e di inibire, pertanto, la fecondazione dei fiori aperti all'atto dell'irrorazione. Di poi. circa i fungicidi acuprici si è constatato che non tutti si comportano alla stessa stregua su specie vegetali molto prossime le une alle altro dal punto di vista sistematico e colturale e, pi๠ancora, sulle diverse cultivar della medesima specie.
Inoltre, è stato fatto un altro rilievo interessante e cioè che trattando l'olivo durate la fioritura ne viene completamente annullata la germinabilità del polline sia con gli acuprici che con i sali di rame.
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