Capitolo “Difesa dalle piante infestanti” - volume primo - pag. 443-450
Autori: A. Collavo, M. Sattin
In letteratura non è disponibile un’analisi di sensibilità per Lolium spp., una delle specie più prone ad evolvere biotipi resistenti. In questo studio sono state incluse 30 popolazioni di L. multiflorum e L. rigidum (e popolazioni con caratteristiche morfologiche intermedie tra le due specie) raccolte in ambienti dove il glifosate non è stato utilizzato oppure ha avuto un impiego marginale negli ultimi 10 anni, quali: aziende convenzionali e biologiche, margini di campo e margini stradali e appezzamenti incolti. Le aree dove precedentemente sono riportati casi di resistenza al glifosate sono state escluse dal campionamento. Durante il 2012 sono stati condotti due esperimenti di dose-risposta in ambiente esterno, in primavera e in autunno. Le piante sono state trattate allo stadio di accestimento precoce e ad un altezza massima di 15 cm e con un volume d’acqua pari a 200 L/ha. Sulla base dei risultati di sopravvivenza sono state calcolate DE50 e DE90. Nell’esperimento primaverile le DE50 variano da 155±5,9 a 260±6,7 mentre le DE90 da 243±20,8 a 506±79,1 g di acido equivalente (a.e.)/ha; nell’esperimento autunnale le DE50 variano da 107±10,1 a 308±8,9 mentre le DE90 da 269±49,5 a 410±23,4 g a.e./ha. E’ stato evidenziato che la tradizionale dose utilizzata per il controllo del Lolium (360 g a.e./ha) non è più adeguata. I dati di sopravvivenza indicano che 540 g a.e./ha di glifosate controllano tutte le popolazioni oggetto di studio. Nel caso di trattamenti allo stadio di accestimento precoce, nei trattamenti in campo non si dovrebbe scendere sotto i 700 g a.e./ha. Parole chiave: dose-risposta, resistenza al glifosate
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